Salute

Trapiantare i ricordi? Si può, grazie alle lumache

Uno studio californiano ha dimostrato come sia possibile trapiantare i ricordi nelle lumache: si potrà raggiungere lo stesso risultato con l'uomo e quali sono le applicazioni possibili?

Trapiantare i ricordi? Si può, grazie alle lumache

I ricordi possono essere impiantati nelle persone? Si tratta di una materia ricorrente nei film di fantascienza, tuttavia non qualcosa ritenuto scientificamente possibile. Almeno fino a oggi, secondo il neurobiolo David Glanzman. L’ultima impresa dello studioso, ricercatore all’Università della California, è stato trapiantare dei ricordi su una lumaca di mare. Stando a quanto riporta Libero, Glanzman ha sottoposto a leggere scosse elettriche la coda di alcuni esemplari di un mollusco che prende il nome di Aplysia californica. Percorse dall’elettricità, queste lumache si sono contratte, facendo lo stesso poco dopo, quando sono state toccate soltanto con le dita: è stato creato in questo modo un ricordo ben preciso di un’esperienza.

Così Glanzman ha quindi preso dell’Rna - delle molecole che contengono parte del codice genetico - dagli esemplari sottoposti al test e l’ha iniettato in altri, scoprendo come questi ultimi avessero sviluppato il ricordo della scocca elettrica. Lo studioso pensa quindi che le memoria diventi parte della genetica, tanto da poter essere trasferita tramite un impiano.

Le applicazioni di questa scoperta - sempre che funzioni sull’uomo - potrebbero portare nuova luce sulle patologie che colpiscono la memoria, come il morbo di Alzheimer. Ma c’è chi ritiene che possano giovare anche negli individui che hanno vissuto esperienze traumatiche. Al momento tutto appare molto remoto - tanto più che in precedenza ci sono stati dei test sui topi, che non hanno riscosso grande successo.

Al di là delle eventuali implicazioni etiche: è giusto dare a un individuo un bagaglio di ricordi che gli sono completamente estranei, anche se presumibilmente a fin di bene? E se le reazioni innescate dai falsi ricordi potessero influire sul libero arbitrio di chi riceve il trapianto?

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