Cronache

La Samp più cattiva dà garanzie

(...) Una Sampdoria approssimativa ma spietata abbatte a domicilio il tenero Cittadella con la riesumata doppietta di Pellè. Risultato: a 11 tappe dal traguardo della «regular season», 33 punti in palio, la testa della serie B si è definita in 2 distinti gruppetti di 4 squadre. Torino, Pescara, Sassuolo e Verona a giocarsi i due posti della promozione diretta in serie A, Varese, Padova, Brescia e Sampdoria in corsa per il 5° e 6° posto che con il 3° e il 4° daranno diritto a disputare i play-off per l'assegnazione del 3° ed ultimo posto-promozione: 3° contro 6° e 4° contro 5°, andata mercoledì 30 maggio, ritorno domenica 3 giugno; doppia finale tra i due vincitori mercoledì 6 e sabato 9 giugno. Per la Sampdoria, che era settima con il Varese a 3 punti dal 6° posto (Verona) e 5 dal 5° (Reggina) quando fu licenziato Atzori (22 punti in 15 partite) e dopo 17 panchine di Iachini è ottava con Padova (rapinato di 3 punti dal Toro), Varese e Brescia a tiro, è come se il tempo si fosse fermato. Invece non è così, come testimoniano i 22 punti conquistati da Iachini nelle ultime 11 gare segnate da un'unica sconfitta (a Torino) a petto dei soli 4 raccolti nelle prime 6 partite di sua competenza. Voglio dire che rispettando quest'ultima media di 2 punti ad incontro la Sampdoria approderebbe finalmente e sicuramente al 6° posto finale, senza escludere a priori il 5° se il Torino non restituisse al Padova il maltolto. Rispetto al tempo di Atzori ci sono un Accardi, un Palombo, un Dessena, un Koman, un Bentivoglio, un Maccarone e un Piovaccari in meno e un Berardi, un Krsticic, un Munari, un Renan, un Juan Antonio, un Eder e un Pellè in più. C'è stato insomma un discreto guadagno di «polpa» e di spirito combattivo (6 ammoniti e un espulso contro un solo giallo del Cittadella, con Gastaldello e Renan tendenti al rosso) opportunamente applicati al modulo tattico (4-3-1-2) più favorevole alle caratteristiche tecniche di Don Juan. Peraltro, mentre per carità di patria evito di ripetere il giudizio su Iachini quando in assenza o sostituzione di Juan Antonio si lascia scappare la bestemmia Foggia rifinitore centrale, confesso a futura memoria che le ripetute deficitarie prestazioni degli esterni bassi Rispoli, Berardi e Costa mi fanno invariabilmente pensare con rammarico ai gagliardi Cacciatore e Regini affrettatamente spediti a Varese ed Empoli, mentre Renan non riesce a non farmi rimpiangere l'ottimo Signori prestato al Modena. Comunque, facendo leva sui non pochi pezzi forti a propria disposizione (Romero, Gastaldello, Rossini, Krsticic, Juan Antonio, Eder, Pellè, Pozzi), Iachini studi il modo migliore per venire a capo, sabato pomeriggio a Marassi, della Nocerina, insidiosa in quanto disperata.
Dopo Genoa-Fiorentina 2-2 timbrato da un sorprendente Belluschi e San Palacio, a 9 tappe dal traguardo di serie A, 27 punti in palio, confermo: meno male che il Lecce sta ancora sotto di 7 punti e il Novara di 10, sennò come sarebbe riuscito questo Grifo pulcino bagnato - 4 punti presi sui 21 in palio nelle ultime 7 partite disputate - a non finir preda della perniciosa «sindrome cugini»? Così invece ha ragione il paziente Marino dai toni soft: anche se si finisse per portare a casa soltanto un punto o due dalla doppia trasferta di San Siro interista e Novara, la salvezza resterebbe ampiamente a portata di mano. Però che tristezza: 14° posto in classifica alla faccia degli insaziabili che snobbano la preziosissima parte sinistra del tabellone televisivo; 10° attacco nonostante un miracolistico Palacio a quota 15 con Denis, preceduto soltanto da Ibrahimovic, Cavani e Di Natale nel gotha dei goleador; ultima anzi ultimissima difesa del campionato ad onta di Frey, uno dei 5 migliori portieri di serie A. L'importante è finire. Bene, o almeno discretamente.

Per reggere a cervelli sgombri, all'insegna del «nessun s'annoi», l'ennesima caleidoscopica eruzione del Vesuvio Preziosi.

Commenti