Roma

Sanità Nuovi arresti al San Giovanni: corruzione e truffa

INDAGINI Domiciliari per quattro persone Pesanti accuse anche per tre sindacalisti

Non c’è pace per la sanità romana. Dopo le polemiche sui dirigenti Asl, i sovraffollamenti negli ospedali, le carenze di organico e le liste di attesa sempre più lunghe, non poteva mancare l’ennesima inchiesta giudiziaria. Con al centro sempre il San Giovanni dell’Addolorata. Ieri infatti i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per 4 persone. L’accusa: associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e truffa. E’ un secondo filone dell’inchiesta che nel giugno scorso portò già all’arresto di 9 persone. Anche stavolta appalti nel mirino degli inquirenti, con i nuovi provvedimenti disposti dal gip Massimo Battistini su richiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capualdo e dei sostituti Giovanni Bombardieri e Maria Cristina Palaia. Gli arrestati sono: F.C., direttore amministrativo del presidio ospedaliero e componente del comitato di controllo del Cral operante all’interno della struttura stessa; I.M., G.V.T. e F.V., tre sindacalisti (questi ultimi sospesi dal servizio secondo quanto resto noto dall’azienda ospedaliera con una nota).
Gli investigatori hanno ricostruito la tecnica usata dai quattro che consisteva nel far intendere ad alcuni imprenditori che per ottenere determinati provvedimenti amministrativi a loro favorevoli sarebbe stato opportuno un intervento dei rappresentanti del sindacato presso l’ospedale. Al dirigente l’accusa contesta un ruolo organizzativo, tenendo i contatti con gli imprenditori collusi dai quali si sarebbe fatto versare le tangenti che poi avrebbe suddiviso con gli altri sodali. Ai sindacalisti invece è contestato il fatto di aver preso parte all’organizzazione intervenendo proprio in forza della loro funzione sulle autorità preposte all’adozione dei provvedimenti per acquisire informazioni sullo stato delle istruttorie e per esercitare eventualmente pressioni. In totale, a tuttti gli arrestati vengono riferiti tre episodi di corruzione e uno di truffa. Le intercettazioni telefoniche e ambientali e vari appostamenti degli investigatori hanno consentito di documentare nelle sue varie fasi il pagamento delle tangenti e la successiva spartizione del denaro tra l`ex direttore amministrativo e i sindacalisti implicati. Ma l’inchiesta appare ancora lungi dall’essere conclusa.
Immediate le reazioni politiche.

Alessio D’Amato, consigliere regionale Pd, invita tutti ad «una vera e propria rivolta morale», mentre il capogruppo SL alla Pisana Enrizo Fontana chiede che «tutti gli atti amministrativi, frutto delle attività corruttive sott’inchiesta, devono essere sospesi fino all’eventuale revoca».

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