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La Santa Alleanza Pd-Fli? Non piace agli elettori E il Pdl già ne approfitta...

Bersani inisiste sulla grossa coalizione anti Cav. Ma il laboratorio Sicilia ha già fallito: persi l'8% dei consensi. I vertici del Pd temono una disfatta alle amministrative. La strategia del Pdl è spingere Fli sempre più a sinistra per far emergere tutte le contraddizioni di Fini

La Santa Alleanza Pd-Fli? 
Non piace agli elettori 
E il Pdl già ne approfitta...

Roma - C'è un sondaggio che toglie il sonno al segretario democratico Pier Luigi Bersani. Percentuali che gettano presagi nefasti sulle prossime elezioni amministrative e che minano la credibilità della strategia della Santa Alleanza. A tre anni dalle consultazioni politiche Demopolis ha messo sotto la lente di ingrandimento il laboratorio siciliano. Un laboratorio segnato dall'esperimento della "grande ammucchiata" che ha portato nella stessa maggioranza esponenti piddì, centristi dell'Udc e futuristi. E' il famoso "patto delle opposizioni" in chiave anti Cav teorizzato da Dario Franceschini e Massimo D'Alema e fatto proprio dallo stesso Bersani. Il rischio? Una vera e propria scollatura tra l'elettorale e i democratici che non hanno altra alternativa che la coalizione per provare a sconfiggere l'asse Pdl-Lega.

"Se si votasse oggi per il parlamento nazionale - si legge nelle rivelazioni del sondaggio Demopolis tra il 26 marzo e il 31 marzo 2011 - il Partito democratico otterrebbe in Sicilia il 18 per cento dei consensi, smarrendo per strada 250mila voti e quasi otto punti percentuali rispetto alle ultime Politiche dell'aprile 2008". Dati che pesano sulla strategia portata avanti da Bersani e che rischiano di creare una netta spaccatura con la minoranza veltroniana e fioroniana. Lo stesso Giuseppe Fioroni, intervistato dal Foglio (leggi l'articolo), invita i vertici del partito a "mettere da parte quella strana formula che da qualche tempo il nostro partito utilizza forse con troppa disinvoltura. La Sicilia non si può certo dire che costituisca per noi un'esperienza di successo, e proprio non si capisce perché il nostro partito debba continuare a percorrere delle strade che sembra siano destinate a farci sbattere, alla fine, solo contro un palo". Non è - ovviamente - d'accordo Bersani che sembra non volere ammettere il fallimento della propria linea. Per il segretario del Pd, infatti, la maggioranza guidata da Raffaele Lombardo è "un interessante laboratorio politico per tentare di costruire una grande coalizione alternativa al berlusconismo".

Ed è proprio qui che vacilla l'esperimento. Il collante del laboratorio teorizzato a marzo da D'Alema è l'anti berlusconismo. Tolto l'odio verso il Cavaliere, infatti, il contenitore è vuoto. Ne è convinto anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che bolla la Santa Alleanza come "un errore clamoroso" e "un progetto perdente". Insomma, un'esperienza da rottamare. D'altra parte, ne sono a conoscenza anche i vertici del Pdl la cui strategia è spingere Gianfranco Fini e i futuristi sempre più a sinistra. Uno, cento casi Latina. La linea è dunque stringere eventualmente accordi sul territorio con l’Udc, ma non con Futuro e libertà. L’obiettivo, spiegano dal Pdl, è far emergere "le contraddizioni" presenti nel partito del presidente della Camera e distinguere la posizione politica di Fini da quella di Casini, facendo in modo che quanto successo nella città laziale, si ripeta anche in molti altri comuni. A Latina, infatti, in un primo momento sembrava che ci fosse la possibilità di un accordo - evocato anche dallo scrittore Antonio Pennacchi - di un’intesa tra Pd e Fli, eventualità poi tramontata ma che ha provocato tensioni tra le varie anime del gruppo.

In ogni caso l’ordine di scuderia arrivato da Berlusconi è evitare scontri aperti con la terza carica dello Stato sul piano politico. Nel partito di via dell’Umiltà c’è, però, chi sostiene che l’opposizione stia cercando di creare le condizioni per creare il caos a Montecitorio, dimostrando l’impossibilità di poter svolgere normalmente l’attività parlamentare, e "provocando" così lo scioglimento anticipato della legislatura. E la Santa Alleanza? I teorici del Pd insistono a indicarla come l'univa via d'uscita dal berlusconismo. Ma i dati di Demopolis dimostrano l'esatto contrario. Qualcuno, infatti, inizia a smarcarsi vedendo la grande coalizione come una "soluzione d'emergenza".

"Non credo che ci si possa continuare a nascondere dietro frasi del tipo 'ehi ragazzi, siamo in una fase di emergenza democratica e dobbiamo stare tutti insieme' - spiega Renzi al Foglio - perché, se ci si pensa bene, rafforzare il sentimento del Berlusconi contro tutti e trasformare la contesa politica in un derby che fa solo il gioco del presidente del Consiglio equivale né più né meno a darsi una bella martellata in mezzo alle gambe".

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