Cronache

Santa Guerra con la Regione per il Tennis

Braccio di ferro con la Regione sul Circolo tennis che sarà a Santa Margherita Ligure. Parola di sindaco Roberto De Marchi che, stufo di fare il Cireneo per l'assessore regionale Rossetti, ne pretende l'intervento urgente, cassa velleitarie ipotesi residenziali sull'area per blindarne col Puc l'assoluta vocazione sportiva. Perché «la faccenda sta marcendo da mesi - ricorda De Marchi -. Che non dicano di non saperne nulla, facciano pure project financing, vendano l'area, ci nominino commissari, ma intervengano in tempi burocratici austro-ungarici». Passo indietro: il Centro Tennis di Santa è di proprietà della Regione che nel 1986 lo diede in gestione alla Fin.Mob srl, che lo passò in sub utilizzo ad una società sportiva a fronte di una serie di interventi mai eseguiti; e da sei mesi non viene versato alcun canone di locazione. «Giusto sei mesi fa - ribadisce il sindaco - ho cominciato a parlare di questa storia. Durante il sopralluogo al Circolo abbiamo visto una porcilaia, adesso basta. Non siamo ad Agadir, non solo abbiamo sopportato che per giocare si bevesse acqua dai contenitori, che i campi fossero in pessime condizioni e che la doccia fosse interdetta. Oggi dobbiamo sopportare il Circolo chiuso. Al danno si unisce la beffa, come per l'ospedale per cui ci sono stati promessi 2.150.000 euro derivanti dalla cartolarizzazione di beni regionali; e ho lo strano presentimento siano spariti. Quest'area, prima di proprietà dell'Azienda Autonoma di Soggiorno, è passata alla Regione e la situazione è giunta ad una insopportabilità economica prima che politica».
Dura da digerire per una città vocata al turismo: «Se non siamo in grado di offrire un servizio come il tennis, siamo alla frutta». Poi l'affilata provocazione del De Marchi che inneggia l'eccellenza del modello austro-ungarico citando il Vittorio G. Rossi davanti Trieste, in cui «avevamo trovato e distrutto un'amministrazione della cosa pubblica ammirabile».

E, Impero in resta, stana la Regione: «Si vogliono vendere l'area? Allora quei soldi devono essere reinvestiti sul nostro territorio e cosa si fa lì lo decidiamo noi con il Puc, ossia un centro sportivo con campi da tennis, piscina regolamentare e parcheggi».

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