Cronaca locale

Santa Rita, i giudici del Riesame: «No alla scarcerazione di Brega Massone»

Accolto il ricorso della Procura contro la decisione del gip che aveva rimesso in libertà l'ex primario della Santa Rita. Ora deciderà la Cassazione. Le motivazioni: «L'indagato minacciò i colleghi perché fornissero una versione che lo scagionasse»

l tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento con cui il gip Micaela Curami nei giorni scorsi aveva disposto la scarcerazione di Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita rimasto in carcere per 17 mesi con le accuse di lesioni e omicidio in relazione ai presunti interventi su pazienti eseguiti al solo scopo di far lievitare i rimborsi da parte del sistema sanitario nazionale. I giudici hanno accolto il ricorso dei pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano. Ora, però, la parola passa alla Cassazione. «Le operazioni di intercettazione - scrive il Riesame nelle motivazioni depositate oggi - mostrano l'indagato alacremente impegnato nel minacciare i membri della sua equipe se non gli avessero offerto sostegno anche nell'elaborazione di una versione comune da prospettare a sostegno dell'opportunità dell'indiscriminata e aggressiva scelta chirurgica oggetto di contestazione». I giudici criticano anche la decisione di scarcerare Brega: «Nessuno degli elementi indicati dal giudice ha il requisito di novità da cui risulti la insussistenza delle esigenze cautelari». Il Riesame scrive anche di «pericolosità sociale e della personalità del chirurgo, di indubbia gravità dei fatti contestati e anche del numero dei fatti addebitati». Inoltre, gli interventi chirurgici effettuati da Brega sono «inutili e inspiegabili». Ancora, è «costante l'asservimento dell'attività chirurgica a strumento di ingiusto profitto, facendo confluire denaro pubblico a vantaggio proprio e della struttura sanitaria privata», mentre è «inquietante l'indifferenza dell'indagato rispetto al valore della persona fisica e della sua integrità». Era stato Brega a definire se stesso come «l'Arsenio Lupin della chirurgia», ricordano i giudici, che fanno notare anche la totale assenza di ravvedimento da parte del medico. C'è rischio di inquinamento delle prove, di reiterazione del reato e pericolo di fuga, è la posizione del Riesame. Sussistono le tre condizioni previste dal codice per la custodia cautelare in carcere e va considerato che Brega risponde di 4 omicidi nell'inchiesta che aveva portato al provvedimento restrittivo.

Per ora l'indagato resta libero fino alla decisione della Cassazione.

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