Cronaca locale

Santa Rita, l'ex ds accusa Pipitone: "Davanti a lui i vertici tremavano"

Maurizio Sampietro, già direttore sanitario della casa di cura, ricorda: "Il notaio intervenne in modo robusto, era lui che sceglieva i medici a capo dei reparti. Molti primari si sono lamentati per la sua gestione delle attività"

Non esattamente un ritratto encomiastico. «Quando Pipitone tornò, i vertici organizzativi tremavano». Così, questa mattina, racconta in aula Maurizio Sampietro, ex direttore sanitario della clinica Santa Rita, durante un'udienza del processo per truffa, lesioni e falso davanti ai giudici della quarta sezione penale. Il proprietario, il notaio Francesco Pipitone, viene descritto come un grande accentratore, sia nella gestione dei raparti che del personale. «Lui - continua Sampietro - intervenne in modo robusto, crollarono rapporti con la direzione sanitaria, con il personale infermieristico. Sicuramente molti primari di volta in volta avevano da lamentarsi per le decisioni sulla gestione dell'attività, come la dotazione degli infermieri, gli spostamenti dei letti, l'organizzazione degli ambulatori. Il suo atteggiamento con primari era sicuramente un atteggiamento duro». Ancora, «venivano bypassate le funzioni della direzione sanitaria dalle iniziative di Pipitone, che fu un po' meno pressantemente presente nella gestione dell'attività ordinaria tra il 2003 e il 2005 perché era preso dai lavori di ampliamento della clinica». Sampietro ha spiegato che era il notaio a scegliere i medici da porre a capo dei reparti (la «scelta dei medici chiaramente per le figure apicali era sua»), ma che il direttore sanitario poteva scegliere i collaboratori senza consultarlo («io potevo senza consultarlo scegliere i medici per le guardie del pronto soccorso»). In questo modo tra il 2002 e il 2003 è arrivato anche Pier Paolo Brega Massone in coppia con un altro medico dell'Istituto dei tumori. «Rimase Brega che nel 2003 diventò consulente di Chirurgia toracica e poi più tardi responsabile dell'unità operativa». La promozione a primario è arrivata presto, ha fatto notare in aula il pm Tiziana Siciliano, ma secondo il direttore sanitario è dovuto al fatto che nel 2005 la Santa Rita aveva ricevuto l'accreditamento per Chirurgia toracica. A questo punto «veniva attivata l'unità e prima di guardar lontano, l'amministratore guardò vicino. C'era Brega e c'era un altro medico. La scelta cadde su Brega». Secondo l'ex direttore sanitario per scegliere il medico adatto «sicuramente non c'e alcun dubbio che l'amministrazione esercitasse notevole attenzione all'aspetto del fatturato» anche se «non direi che sia corretto dire che i medici capaci di fatturare di più venivano privilegiati. Sicuramente venivano apprezzati di più». Secondo lui, «a priori, asetticamente, io non do valenza di tipo morale sicuramente negativa al fatto che in una valutazione venga considerato anche questo aspetto... Diciamo che medico che è noto per non avere pazienti risultava meno appetibile». Poi in aula si torna a parlare proprio di Brega Massone, l'ex primario del reparto di chirurgia toracica. Il pm Sicialino legge un'e-mail inviata nel novembre 2006 dal medico proprio a Sampietro. «La differenza tra i tuoi Drg e i miei ammonta a 352mila euro andati persi in quattro anni. Conviene discuterne». Così era scritto. Il pubblico ministero chiede conto all'ex direttore sanitario. «Penso - è la sua risposta - che fosse ovvio che il motivo per cui lui insisteva su una codifica piuttosto che un'altra dipendeva dal fattore economico, anche se lui diceva che era la codifica usata abitualmente dall'Istituto dei tumori». A quel punto, L'accusa legge anche l'e-mail di risposta di Sampietro a Brega. «Non si tratta di uno di quei casi border line in cui propendiamo verso quello noi più favorevole. Si tratta di applicare coscientemente un Drg difforme... Io non posso avallare formalmente questa modalità. Posso far finta di non aver visto queste Schede di dispossione ospedaliera». E Sampietro, che ha già patteggiato la pena per falso e truffa al Sistema sanitario nazionale, si è scusato in aula per il contenuto del messaggio: «Quella lettera nasce da un scatto di esasperazione che è il motivo per cui oggi sono qua.

Sono dispiaciuto di averlo detto».

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