Sapori, odori, colori ecco l'orgoglio della terra (pure contro l'ingiustizia)

Sapori, odori, colori ecco l'orgoglio della terra (pure contro l'ingiustizia)

Quasi 5000 aziende agricole sarde, lo scorso mese di settembre, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo per la conclusione positiva di una vicenda che si trascinava da decenni e che rischiava di spingere giù nel baratro del fallimento molte di loro. Pochi imprenditori, fino a poco più di un mese fa, riuscivano a immaginare che il 2013 sarebbe potuto essere ricordato oltre che per la crisi planetaria, anche per la cancellazione di un'ingiustizia che negli anni aveva assunto contorni grotteschi. Un ingiustizia figlia di un provvedimento che nelle intenzioni avrebbe dovuto dare sollievo alle indebitate imprese che sul finire degli anni 80 ci avevano creduto, ma che poi diventò simbolo di iniquità: la legge 44 del 1988. Per l'attuale amministrazione regionale sarda, nonostante il problema fosse nato molti anni prima, la soluzione del nodo della 'quarantaquattro' è stata, fin dal 2009, anno dell'insediamento, una priorità del programma. Un caso difficile che ha richiesto agli uffici dell'assessorato uno specifico studio supplementare e alla parte politica una serie di complesse interlocuzioni con le sedi europee competenti. Un primo risultato importante viene annunciato nell'ottobre del 2011 dall'assessore dell'Agricoltura Oscar Cherchi in una vivace ma per fortuna ordinata assemblea all'aperto, a Macomer, una delle zone a vocazione agro-pastorale più coinvolte in questa vicenda: davanti a quasi un migliaio di persone, quasi tutte con bandiere e berretti di Coldiretti, Confagricoltura e Cia, l'assessore assicura che i pagamenti degli interessi passivi relativi alla '44' sarebbero stati immediatamente sospesi a tempo indeterminato. Nonostante l'evidente soddisfazione dell'assessore però, molti imprenditori agricoli presenti, memori di antiche promesse mancate, non aveva sciolto le proprie riserve, pensando che il termine 'indeterminato' nascondesse un diplomatico rinvio. Invece, poco meno di due anni dopo la sospensione dei pagamenti, il 18 settembre 2013 il Presidente della Regione Ugo Cappellacci e lo stesso assessore dell'agricoltura Oscar Cherchi, hanno potuto annunciare quello che gli agricoltori e gli allevatori chiedevano da quasi 20 anni e che forse non credevano più che sarebbe potuto succedere: la cancellazione degli interessi generati dalla confutazione della 44 da parte della Commissione Europea. La fine di un incubo.
La Storia della 44 - L'articolo 5 della legge 44, approvata nel 1988, nelle intenzioni era un provvedimento che istituiva 'un regime di aiuti a favore delle imprese agricole che avessero subito la compromissione dei bilanci economici a causa di avverse circostanze o eventi', autorizzando di fatto l'Amministrazione regionale a concedere l'abbattimento degli interessi su mutui bancari di durata massima quindicennale destinati al consolidamento delle passività. Sarebbe stato sufficiente inviare nei termini previsti una semplice notifica a Bruxelles perché la '44' potesse produrre i benefici che prometteva quando era stata pensata. Invece, nove anni dopo, nel 1997, a causa di una incredibile equivoco della burocrazia, la Regione Sardegna viene costretta dall'Unione Europea a pretendere dagli imprenditori agricoli la restituzione dell'intera quota interessi che la legge aveva consentito di abbattere. La Commissione europea infatti, giudicando illegale e incompatibile con il mercato comune, il regime di aiuti istituito con la legge regionale n. 44/1988, impone l'abrogazione dell'articolo 5 e l'adozione delle misure necessarie al recupero delle somme eventualmente già erogate. Una doccia fredda. Per le aziende agricole, sempre sul filo del rasoio a causa delle difficoltà ataviche tipiche del settore, è la fine, la goccia che fa traboccare il vaso. Alcune, poche, riescono a pagare. Altre aprono un contenzioso con la Regione e altre ancora devono subire l'onta del fallimento con i beni messi all'asta. L'importo complessivo da recuperare era di oltre 32 milioni e mezzo di euro diviso proporzionalmente (a seconda dell'entità dell'aiuto ricevuto) fra 4.947 imprese. Dal 2002 al 2006 la Regione Sarda recupera quasi sei milioni soprattutto attraverso il ricorso alle compensazioni e, solo in piccola parte, a restituzioni volontarie. A febbraio 2011 vengono recuperati altri 500.000 euro. Ma la profonda crisi del comparto agricolo isolano, aggravata dalla situazione debitoria verso il sistema bancario di una larga fascia di operatori agricoli, spinge gli uffici dell'assessorato alla ricerca di una soluzione a favore delle imprese, concentrando tutti gli sforzi dell'Amministrazione regionale nell'individuazione di soluzioni compatibili con la normativa comunitaria. Quindi, dando seguito al protocollo d'intesa siglato ad agosto 2011 dal Presidente della Regione Ugo Cappellacci con le organizzazioni agricole regionali Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura, con il quale l'Amministrazione si impegna ad attivare ogni iniziativa in favore degli agricoltori, a settembre del 2011 la Giunta regionale da mandato al Direttore generale dell'Assessorato dell'Agricoltura di sospendere le attività di recupero, e di ricercare ogni possibile soluzione al problema anche attraverso interlocuzioni con gli uffici della Commissione europea, ai quali perverrà una proposta di definizione della procedura di recupero degli aiuti che prevede, per la parte non ancora recuperata, che gli aiuti della 44 siano considerati come concessi ai sensi delle disposizioni comunitarie relative agli aiuti di importanza minore, i cosiddetti de minimis.

Proposta accolta, e nel 2013 la Regione toglie definitivamente la spada di Damocle dalla testa di migliaia di agricoltori sardi.

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