Economia

Saras, un affare. Ma solo per i Moratti

Tutto ha un prezzo e quello di Saras in Borsa è sui minimi di sempre. Quotato nel 2006 il titolo è solo sceso bruciando circa 3,8 miliardi di euro di valore. A registrare pesanti perdite sono migliaia di piccoli azionisti corsi a comprare i titoli in fase di collocamento. Allora il gruppo aveva raccolto domande di sottoscrizione pari a quattro volte l’offerta. Ma non a tutti è andata allo stesso modo. I due fratelli Moratti, Gian Marco e Massimo, nel maggio 2006 sono riusciti a quotare il 33,4% delle società sui massimi: 6 euro per azione, incassando in totale 1,65 miliardi. In fase di collocamento l’intera società in Borsa era stata valutata 5,4 miliardi. Ma quei 6 euro di valore per il titolo sono ormai un ricordo lontano. Da quando è stata quotata Saras in Borsa è solo scesa. L’ultimo scossone è arrivato venerdì scorso (-6,4%) dopo i deludenti dati di bilancio. Saras ha chiuso il 2009 con perdita netta di 54,4 milioni di euro, azzerato il dividendo e ieri in Piazza Affari il titolo passava di mano a 1,7 euro (-71% dal collocamento).
Il risultato è che adesso il 100% di Saras in Borsa viene valutato 1,6 miliardi, tanto quanto i due fratelli Moratti incassarono quotando un terzo del gruppo. Il ricavato dall’operazione però non è finito, durante l’Ipo Saras ha lanciato un aumento di capitale raccogliendo 360 milioni di euro. E dal 2007 a oggi ha distribuito tre cedole rispettivamente da 15 centesimi la prima e 17 le ultime due. La Angelo Moratti Sapa (società di proprietà dei fratelli Moratti) che detiene il 62,4% del capitale, grazie ai dividendi ha incassato altri 290 milioni di euro. Fatti due conti, dunque, i Moratti tra collocamento e cedole hanno ricevuto quasi 2 miliardi di euro.
Come è noto sulla vicenda ha acceso un faro la magistratura. Fra gli indagati figurano manager di Jp Morgan, Morgan Stanley e Caboto, che hanno curato il debutto e che secondo le accuse avrebbero agito «con l’intenzione di ingannare i destinatari» del prospetto informativo sull’Ipo, esponendo «false informazioni» e occultando «dati e notizie in modo idoneo a indurre in errore» gli investitori.
Adesso che il titolo è arrivato a un minimo storico le banche d’affari sottolineano che tutto ha un prezzo e quello di Saras in Borsa è sottovalutato. Ieri Unicredit ha alzato il giudizio sul titolo a «hold» («tenere») in portafoglio da «sell» («vendere»).

Per Goldman Sachs il titolo ora può tornare a 2,15 euro.

Commenti