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Sarkozy: "Lavoro ai francesi a casa 27mila immigrati"

Secondo l’Eliseo l’alto tasso di disoccupazione non è conciliabile con il crescente afflusso di extracomunitari irregolari nel Paese

Sarkozy: "Lavoro ai francesi 
a casa 27mila immigrati"

Parigi - Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha preso carta e penna per scrivere al suo ministro dell'Immigrazione Eric Besson una lettera di istruzioni sul suo futuro comportamento. Il succo della missiva è riassumibile in due punti: massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Ciascuno di questi due punti si riassume in una cifra. Nel primo caso si tratta del tasso di disoccupazione degli stranieri non comunitari, presenti legalmente in Francia, che è del 22,2 per cento. Un livello altissimo, che rende, secondo Sarkozy, inconcepiblile l'afflusso di altri immigrati. Nel secondo caso la cifra è quella degli immigrati "sans papiers" (dunque irregolari) che il ministro Eric Besson deve assolutamente mandar via: 27mila nel corso del 2009.
Già nel maggio 2007, quando divenne presidente della Repubblica, Sarkozy ordinò all'allora ministro dell'Immigrazione, Brice Hortefeux, di mandar via 25mila extracomunitari. Cominciò così una sorta di caccia allo straniero, da cui sono scaturite polemiche a non finire. Malgrado i suoi sforzi, Hortefeux non è riuscito a raggiungere nel 2007 la soglia prevista, anche se l'obiettivo è stato mancato solo di pochissimo. Il coriaceo ministro si è rifatto nel 2008, superando l'obiettivo di 26mila immigrati da mandar via dalla Francia e arrivando addirittura oltre quota 29mila. Hortefeux si è accorto di una cosa molto semplice: far accompagnare, a bordo di un aereo di linea, un clandestino in un paese africano da due o tre gendarmi significa spendere una bella cifra di svariate migliaia di euro. Se una cifra anche minore (per esempio tre o quattromila euro) viene promessa all'immigrato per tornare nel paese d'origine, si ottiene lo stesso risultato senza andare incontro a furibonde polemiche con le associazioni che proteggono i "sans papiers".

Di conseguenza una buona parte degli "allontanamenti" del 2008 sono stati il frutto di elargizioni dello Stato francese agli immigrati. Ma qui c'è un problema. Se per un africano, che abbia accettato l'incentivo alla partenza dalla Francia, rientrare in Europa è tutt'altro che facile, le cose stanno assai diversamente per i bulgari e i romeni, che sono cittadini comunitari. Nel conto degli oltre 29mila "allontanamenti" dell’anno scorso ci sono svariate migliaia di cittadini bulgari e romeni, soprattutto rom. Questi hanno intascato i quattrini dell'incentivo, ma difficilmente possono essere bloccate alla frontiera qualora decidano di rientrare sul suolo francese. Ecco che il successo ottenuto nel 2008 da Brice Hortefeux, che è il braccio destro di Sarkozy, si presta a varie interpretazioni e suscita non pochi dubbi.
Comunque Hortefeux è stato prudentemente spostato dal suo grande amico Sarkozy, che lo ha nominato nei mesi scorsi ministro del Lavoro. La scottante poltrona di ministro dell'Immigrazione è andata all’ex socialista Eric Besson. Nella sua lettera d'istruzioni, Sarkozy ha ordinato a Besson di "allontanare" quest'anno dalla Francia almeno 27mila immigrati in posizione irregolare, siano essi extracomunitari o no.

Il rischio è che qualcuno di coloro che hanno intascato l'anno scorso l'incentivo al rimpatrio si presenti quest'anno, magari con un’altra identità, alla polizia francese per chiedere un altro assegno e un altro biglietto aereo.

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