Cronache

Scajola elogia Garrone ma ha già un sindaco giovane e oltre i partiti

(...) si è volutamente auto-imposta: «Abbiamo voluto lasciare il palcoscenico alla sinistra che lo ha occupato con continui litigi. Come si chiudeva un falla se ne apriva un'altra e via di seguito e non è neppure finita. Abbiamo assistito prima alla polemica se fare le primarie o non farle, poi hanno cercato di bocciare, con la scusa di non privare Genova di un parlamentare europeo l'ipotesi Marta Vincenzi, poi si sono rimangiati la parola sulle primarie, fino a concepirle grazie alla mediazione di Fassino, con il coinvolgimento di tutti gli alleati e trovando una soluzione nella spartizione delle poltrone, vedi, ad esempio l'autorità portuale».
E sulla candidatura di Zara lanciata da Garrone? «Zara è persona sicuramente qualificata, ma c'è anche un significato polemico nei confronti della sinistra che lo ha utilizzato per vincere il Collegio di Albaro per poi scaricarlo subito dopo. La candidatura di Zara è il frutto dello scontento di larga parte del mondo imprenditoriale genovese, su una scelta, quella della Vincenzi che porterebbe indietro lo sviluppo della città». Complimenti a Zara, ma non un’offerta di collaborazione. «Genova ha bisogno di un sindaco giovane - ha precisato Scajola -, preparato, che voglia rilanciare Genova nei confronti delle sfide del futuro. In particolare il rilancio economico di Genova come città porta del Nord Europa».
Il centrodestra ha in mente altri candidati. «La Casa delle Libertà - ha proseguito sulle elezioni il presidente del Copaco - a Genova esprime valenti professionisti, una vera e propria classe dirigente. C'è un retroterra su cui pescare. Stiamo ragionando su una rosa di tre nomi. Dopo dieci anni di Pericu, uomo di prestigio a livello nazionale che aveva allontanato Rifondazione dalla sua giunta, il dopo-Pericu non può essere impersonato dalla Vincenzi, che già annuncia una discontinuità, volendo valorizzare il ruolo fondamentale della parte estrema della sinistra ideologica ed ecologista».
«La ricerca del consenso - ha detto ancora Scajola - di questa parte sana della città oggi è emersa proprio nella responsabile proposta di Garrone, interpretando la volontà di tutte quelle persone che vogliono il rilancio non passando nelle stanze strette dei partiti, ma lasciando ampia libertà ed indipendenza a chi dovrà amministrare la città. Il nostro candidato, e quello per la Provincia, verrà a ruota seguendo gli stessi principi, avrà le caratteristiche e le capacità di guidare la città, appoggiato si dalle liste dei partiti, ma in modo indipendente, appellandosi a tutti i cittadini, anche a coloro che non si riconoscono nelle liste tradizionali, andando, quindi, oltre la Casa delle Libertà».
I temi della politica genovese hanno lasciato, poi, spazio, alle cifre che hanno caratterizzato il periodo di permanenza al Governo con diversi incarichi di Claudio Scajola, terminato con la vittoria di Prodi nelle elezioni della scorsa primavera: «Negli ultimi cinque anni sono stati stanziati per la Liguria 9650 milioni di euro - ha fatto l’esempio l’ex ministro -. Una cifra parametrabile con quelle stanziate negli ultimi cento anni. E sono stati salvati o creati 12.700 posti di lavoro. Di questa situazione si è giovato particolarmente il Ponente ligure, mentre il genovese che sta pagando il ritardo nella trasformazione della sua economia e il Levante, in particolare lo Spezzino troppo legato alle vicende dell'Arsenale, un po' meno». Quali le priorità, dunque per il Governo? «Quelle che avevamo individuato ed avviato noi. Sicuramente i trasporti in particolare il Terzo valico per dotare Genova, che dovrà diventare il porto principale del Mediterraneo in un sistema integrato con Savona e La Spezia, di vie veloci. In questa ottica di fondamentale importanza anche la bretella Albenga-Carcare-Predosa.

È il sistema imprenditoriale che oltre a voler investire lo chiede sempre di più a gran voce».

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