Politica

Scambio di rene tra coppie Ha funzionato a Pisa il trapianto incrociato

I coniugi non erano compatibili con i compagni

Antonella Mollica

da Firenze

Sei lettini in sala operatoria, uno accanto all’altro, e sul tavolo tre reni da scambiarsi. A Pisa, per la prima volta in Italia, è stato eseguito un multitrapianto con donatori incrociati. Tre coppie unite da un destino che si è sbizzarrito a mescolare le carte in tavola. Due donne e un uomo, di Empoli, Grosseto e Roma, sono arrivati all’ospedale Cisanello di Pisa ciascuno per la sua strada, inseguendo la speranza di un trapianto che scrivesse la parola fine alla schiavitù della dialisi, del continuo peregrinare da un ospedale all’altro, in Italia ma anche all’estero. I loro compagni, dopo aver condiviso per anni quel calvario, avevano deciso di donare un rene, in un estremo gesto d’amore. Sono così approdati nel reparto di nefrologia dell’ospedale pisano pronti a iniziare una nuova battaglia. Ma al termine delle analisi, il terribile verdetto, identico per le tre coppie: tra marito e moglie c’è incompatibilità genetica. Mentre svaniva il sogno di una vita normale e si riaffacciavano gli incubi, qualche mese fa è arrivata la sorpresa: i medici hanno rivelato che c’era compatibilità intrecciata tra i vari componenti delle coppie. Come per magia il rene donato dal marito di una delle donne poteva essere impiantato all’altra e viceversa, come in un puzzle dove le tessere combaciano perfettamente.
Così nei giorni scorsi, superato lo choc iniziale, all’ospedale Cisanello, nel reparto del professor Franco Mosca, è avvenuto il maxitrapianto di reni. In gergo medico si chiama «living cross», trapianto incrociato. È il primo che sia mai stato realizzato in Italia. Le tre coppie, tutte persone di mezza età, si sono sottoposte all’intervento durato quasi dieci ore. Tre espianti e in contemporanea tre trapianti, con lo scambio di rene da una coppia all’altra. Sembra che l’intervento sia perfettamente riuscito anche se la prognosi resta ancora riservata. I sei sono tutti ricoverati nel reparto di rianimazione. I donatori saranno dimessi tra pochi giorni, per gli altri bisognerà aspettare. Ci vorranno dei giorni per escludere con certezza il rischio di rigetto da parte di chi ha accolto il nuovo rene.
«I trapianti di rene da vivente sono entrati nella routine - spiega il direttore del centro nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa - solo nello scorso anno ne sono stati effettuati 137 da vivente e per l'anno in corso si stima che ce ne saranno 110. Ma il triplice intervento di Pisa, primo del genere in Italia, è un evento eccezionale».

Dal punto di vista legale questi interventi di donazione da vivente sono permessi da una legge del 1967 alla quale recentemente sono state allegate delle linee guida sul consenso informato.

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