Controcultura

La scommessa vinta dal figlio Marco: spazio ai sentimenti ma senza retorica in una storia «dura»

Alessandro Gnocchi

«Seduto di fronte all'esistenza di mio padre, densa di avventure come un romanzo, cerco il coraggio di raccontarla». Marco Buticchi accoglie il lettore del suo nuovo romanzo con questa frase a mo' di dedica, ancor prima del prologo. Il protagonista di Casa di mare. Una storia italiana (Longanesi, pagg. 328, euro 18,60) è infatti Albino Buticchi, il padre dello scrittore.

Albino Buticchi nasce nel 1926 a Ca' di Mare, un paesino di poche case che si affaccia sulla sponda occidentale del golfo della Spezia. Attraverso la sua vita, riviviamo la storia d'Italia: la povertà, il regime, la guerra, il boom economico. Buticchi parte dal nulla, commercia in petrolio, mette a segno affari buoni e meno buoni, guida bolidi alla Mille Miglia e in formula uno, diventa proprietario del Milan di Gianni Rivera, acquista gli yacht più belli... Ma Albino Buticchi è posseduto dal demone del gioco: l'azzardo è parte della sua natura. Non può vivere senza rischiare, dietro la scrivania come al tavolo verde. Perde quasi tutto. Nel frattempo, il figlio Marco rischia di essere rapito, segue la madre in un'altra città, assiste il padre rimasto cieco dopo un tentato suicidio, cerca di salvare il patrimonio di famiglia a prezzo di litigate furibonde, diventa uno dei più noti scrittori italiani. Sia chiaro: non stiamo svelando la trama. Molti fatti sono ben noti, come dimostrano i titoli dei giornali che potete vedere anche in questa pagina. Parte della storia è di dominio pubblico. Marco Buticchi, oltre a «riempire» i vuoti tra una notizia e l'altra, riesce ad andare oltre la cronaca familiare. Non solo perché possiamo assistere a passaggi storici: dall'arrivo del benessere al mito dell'uomo che si fa da sé. Ma anche perché non tutti abbiamo un padre alla Albino Buticchi ma tutti abbiamo un padre (e noi stessi ora siamo padri).

Il rapporto tra figli e genitori è un tema assai battuto di recente e ha prodotto un certo numero di bestseller lacrimevoli. La distanza di questo libro da simili prodotti si misura in anni luce. Non è (solo) questione di stile ma di profondità. Casa di mare è godibile dalla prima all'ultima pagina ma non rinuncia a interrogarsi. Con leggerezza ammirevole e difficile, visto il grado di coinvolgimento dell'autore.

Che la storia sarà affascinante ma dura, commovente ma scritta col ciglio asciutto, si capisce fin dall'esergo, dopo la dedica che abbiamo ricordato nelle prime righe di questo articolo. È una famosa frase di Albert Camus: «Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia». Parole impegnative da mettere in cima alla biografia del proprio papà, che ha provato a togliersi la vita (la frase di Camus è preceduta, nel Mito di Sisifo, da quest'altra: «Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio»). La risposta cercata da Camus forse non c'è. Nel caso di Albino Buticchi, se il figlio Marco l'avesse trovata, la custodirebbe comunque nel cuore.

Ed è giusto che sia così.

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