Scompenso cardiaco, arriva una nuova cura efficace

«Lo scompenso cardiaco è una sindrome invalidante, si manifesta quando il cuore non è più in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nell'organismo», spiega Michele Senni, direttore della cardiologia I, scompenso e trapianti di cuore all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. «É la più comune causa di ospedalizzazione per i pazienti con oltre 65 anni. In Italia coinvolge circa 600 mila persone ogni anno».
Fanno ben sperare gli esiti di uno studio clinico internazionale (Paradigm-HF, condotto su oltre 8000 pazienti con scompenso cardiaco), che è stato chiuso in anticipo, per solidità dei risultati raggiunti. La sperimentazione si è basata sul confronto di una nuova molecola (inibitore del recettore dell'angiotensina e della neprilisina), con un Ace-inibitore, terapia standard nel trattamento dello scompenso cardiaco. «Rispetto ad uno dei farmaci più utilizzati fino ad oggi, è potenzialmente superiore in termini di sopravvivenza e di riduzione delle riospedalizzazioni», sottolinea il professor Senni che ha coordinato per l'Italia questo studio (40 i centri arruolati a livello nazionale con 200 pazienti coinvolti). La molecola agisce con diverse modalità sui meccanismi neuro-ormonali del cuore, bloccando i recettori responsabili di effetti dannosi e stimolando al contempo i processi protettivi del muscolo cardiaco. «Si tratta quindi di un farmaco potenzialmente rivoluzionario, perché per la prima volta mostra un'alternativa più efficace di trattamento rispetto agli Ace-inibitori, che rappresentano tutt'oggi uno dei cardini della terapia per lo scompenso cardiaco cronico».
Ogni anno circa un terzo dei pazienti con scompenso cardiaco vanno incontro alla forma acuta,che richiede l'immediata assistenza medica. Di questi pazienti il 3-4 % non sopravvive al primo episodio, il 20-30% muore nell'arco di un anno. Vi sono ricerche promettenti.

«A Milano, presso il dipartimento cardiotoracovascolare dell'ospedale Niguarda Ca' Granda - spiega il direttore Maria Frigerio- sta per partire uno studio su serelaxina, una molecola che si è dimostrata capace di produrre un miglioramento nei sintomi dello scompenso cardiaco acuto».

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