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Scultoreo, aerodinamico e irriverente Gattinoni apre le sfilate di Alta Roma

Nel museo Macro gli abiti di Mariotto come opere d'arte contemporanea, ispirati a Tony Cragg, il graffitaro Peeta e Roland Hicks.
Tra i gioielli di De Benedittis l'anello Orinatoio e il bracciale Water ispirati a Duchamps

Le forme rotanti e dinamiche dell'artista inglese Tony Cragg ispirano Guillermo Mariotto nell'ultima collezione di Gattinoni.
Gli abiti sfilano, all'apertura della kermesse di Alta Roma, nello scenario postindustriale dell'exMattatoio del Testaccio diventato museo Macro di arte contemporanea e sono vere e proprie sculture di tessuto, con richiami anche ai graffiti tridimensionali di Peeta e alle foto e ideogrammi di Roland Hicks.
Sulla passerella a forma di rombo è in trionfo dell'aereodinamismo e della plasticità.
Il pagliaccetto diventa una tutina bianco-nera dallo chabod candido ricamato di lamine nere e dal breve pantalone che si gonfia rigido sulla coscia; le tute grigio laminate sono traforate di pizzo dalle lavorazioni graffitare; dalle camicie bianche spuntano volute e aculei geometrici.
Sperimentazione ed eleganza futuristica, sapienza sartoriale e ricerca dei materiali, colori tinti in atelier come il rosa bubble gum e pelle laserata, spalmata, nappata danno a queste creazioni un tocco di originalità assoluta.
Gattinoni fa alta moda davvero e vuole dimostrare che la bellezza è senza taglia, che anche le forme morbide e sinuose possono solcare orgogliosamente la passerella.
Così, tra le modelle taglia 40, avanza avvolta da un rosa antico che non la sfina affatto Tanya Gervasi, che porta una sana 46 e ha 108 di giro fianchi, quando lo standard è 86.
Nel parterre applaudono entusiasti i 450 ospiti tra i quali molti vip, dalla presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi al presidente della Provincia Nicola Zingaretti, da Milly Carlucci a Edwige Fenech e ancora Gloria Guida e Johnny Dorelli, Massimo Giletti, Lella Bertinotti.
Manca, però, l'atteso Woody Allen, che Mariotto ha recentemente conosciuto a casa di una sua nobile cliente, Camilla di Borbone e ha invitato alla sfilata.
Al grande regista, a Roma per girare il suo film, il direttore creativo della maison dedica una t-shirt con il suo volto disegnato in paillettes e la scritta «Welcome to Rome».
Un abito scultura, nel nome del'identità nazionale, creato con l'artista Federico Paris è esposto al Macro tra altre opere d'arte, ma presto sarà all'Esposizione Permanente del Made in Italy e del Design Italiano da allestire al Palazzo della Civiltà Italiana all'Eur.
Pensa a Rodin, Fuksas, Ben Swildens, Zaha Hadid, Mariotto disegnando i suoi modelli e smonta e ricompone classici smoking e bluse in organza scultoree, gioca con forme, colori, tessuti, assembla idee, le scolpisce sulle mannequin con ricami jump-suit, dissemina platino, metallo, cristalli, pietre preziose, reti trapuntate e cesellate.
Pensa anche all'arte classica e i pepli sembrano essenziali, mentre richiedono ore e ore di certosina lavorazione per avere quella purezza.
Noir et blanc, ma anche colori lunari e choc, lamè sfumati nell'oro, nel platino, nell'argento, nel rosa antico, nel verde pistacchio, nel rosso fuoco.
Ai piedi delle indossatrici ecco i sandali-scultura Zaha Hadid, polacchine chiuse con talon cachè, che tradiscono una modella facendola finire in ginocchio davanti ai fotografi.
E per completare l'opera ci sono le magnifiche creazioni firmate da Gianni De Benedittis, designer del marchio FuturoRemoto, che cita Duchamp nell'anello Orinatoio e nel bracciale-anello Water in oro e diamanti, oltre ad ispirarsi a Tony Cragg nelle borse in plexiglass con micro -sculture in argento e pietre che impreziosiscono i manici roteanti delle clutch. Aerodinamici e futuristici gli orecchini come le orbite dei pianeti, divertente l'anello in oro che riproduce il bicchiere da campeggio, quello infantile formato da cerchi che sincastrano tirandolo fuori dalla scatola tonda.
Tutto, nel nome del divertissement e della scoperta del nuovo. ma sempre con arte ed eleganza.

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