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Scure su sconti fiscali Passera cerca risorse "Escludo altra manovra"

Il ministro dello Sviluppo economico assicura: "Italia in sicurezza ma servono nuove risorse per l’economia. Venderò le azioni Intesa"

Scure su sconti fiscali Passera cerca risorse  "Escludo altra manovra"

Monti comincia a sentire forte la pressione: basta tasse, taglia le spese e aggredisci il debito. Le perplessità sulla manovra che, assicura il presidente del Senato Schifani verrà licenziata da palazzo Madama «entro Natale», aumentano a dismisura. I dubbi albergano ovunque, compresi i partiti che sostengono il governo, ma non solo. Perfino la stampa amica sollecita il premier a prendere in mano il capitolo sviluppo, specie in un momento in cui tutte le previsioni danno il nostro Paese con un tasso di crescita con il segno meno davanti: ossia recessione. E agire troppo sulla leva fiscale non fa altro che contrarre la domanda, quindi la creazione di ricchezza e in ultima analisi il gettito fiscale. Monti lo sa bene e infatti lo dice: «Il 2012 sarà buono e sereno, ci impegneremo per questo» e lo sa pure il ministro allo Sviluppo Corrado Passera che, ospite a Che tempo che fa, giura: «Non c’è nessuna altra manovra in arrivo» perché «abbiamo messo in sicurezza l’Italia e evitato il rischio-Grecia». Ma i soldi scarseggiano, lo spread non cala, e Passera assicura: «Ci sarà bisogno di nuove risorse per l’economia che sta andando male. Ma vanno trovate attraverso altre leve come l’evasione fiscale, la riduzione dei costi, l’utilizzo al meglio dei fondi europei e di quelli che ci sono». Poi, sulle liberalizzazioni bloccate, specie sulle farmacie, annuncia: «Un’arrabbiatura pazzesca ma non finisce qua». Sulle frequenze tv anticipa: «Di fronte ai sacrifici chiesti agli italiani, pensare che un bene di Stato possa essere dato gratuitamente non è tollerabile. Verosimilmente non lo tollereremo». Sul suo conflitto d’interessi promette: «Venderò le mie azioni di Intesa Sanpaolo». Mentre sul suo futuro politico lascia aperta una porta: «Non so se sono capace, non so se imparerò in tempi rapidi ma occuparsi del bene comune è il più bello dei lavori: vedremo».

In ogni caso Monti starebbe preparando la medicina adeguata per la cura dimagrante dello Stato. Sulla sua scrivania c’è già il plico della «spending review», termine dolcemente inglese ma che brutalmente in italiano significa «tagli». Si tratta di una mappatura delle spese dello Stato, già previsto dal precedente governo Berlusconi, e che Tremonti aveva utilizzato aggredendo l’eccesso di spesa dei vari ministeri con i contestatissimi «tagli lineari». Ma Tremonti ha già sfoltito molto in passato e Monti vorrebbe operare più chirurgicamente su ministeri ed enti locali.

Strettamente collegato a questo si starebbe lavorando anche allo sfoltimento delle agevolazioni fiscali. Un vero e proprio ginepraio che, riorganizzato, potrebbe dare i propri frutti. Quanti? L’onorevole Antonio Buonfiglio ha fatto i conti e, il giorno della fiducia in Aula, ha snocciolato i numeri spronando il governo ad affrontare la matassa: «I trasferimenti improduttivi alle imprese valgono circa 30 miliardi, mentre ci sono 720 agevolazioni, deduzioni e detrazioni fiscali che costano ogni anno 254 miliardi di euro». In totale, quindi, quasi 300 miliardi di mancato introito che si potrebbero rivedere. Una cifra impressionante. È ovvio che all’interno di questi sconti ce ne sono alcuni «intoccabili» come le detrazioni per i carichi di famiglia o l’Iva agevolata ma accanto a questi emergono veri e propri «regali».

Su questo fronte sta lavorando il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, ex capo del servizio Rapporti fiscali della Banca d’Italia, e già capo della commissione sulla riforma fiscale voluta dal ministro Tremonti.

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