Se Moreno snobba la tecnologia...

I n questo Giro non ci si annoia, neanche un po'. Alla vigilia delle ultime due tappe alpine, e nel giorno della tappa più lunga della corsa rosa il pericolo era lo sbadiglio. Invece questi ragazzi mi stupiscono per il loro agonismo. Ventiquattro ragazzi all'attacco, fin dal mattino. Il gruppo come logico lascia fare, ma loro davanti si rendono protagonisti di un finale bello e tutt'altro che banale.

Bravissimi Moreno Moser, figlio di Diego e nipote di Francesco, che sul Pramartino se ne va con Gianluca Brambilla, vincitore di tappa ad Arezzo e due giorni in rosa, nonché fedele gregario di Bob Jungels in rosa per tre giorni. I due vanno via e, quando la vittoria sembra cosa loro, ecco sbucare alle loro spalle Matteo Trentin, compagno di squadra di Brambilla, che li va a riprendere superandoli di slancio a 300 metri dal traguardo. Una vittoria bellissima, che costa cara a Moser.

Dirà di essersi tolto gli auricolari e di non aver sentito nulla. Io sono per la modernità, l'evoluzione e la tecnologia.

Aveva l'occasione di farne buon uso, invece ha fatto orecchie da mercante.

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