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Se nel Pd "veltroniano" diventa un'offesa Il rottamatore Renzi continua a dividere il Pd

Giuseppe Civati, consigliere regionale lombardo del Pd, ed ex "rottamatore", prende di mira Renzi: "Dice tutto e il suo contrario, non so cosa abbia in mente. Oggi i veltroniani stanno tutti con lui". Ma il sindaco di Firenze, alla vigilia del Big Bang, tira dritto: "Finalmente si discute di contenuti"

Se nel Pd "veltroniano" diventa un'offesa Il rottamatore Renzi continua a dividere il Pd

Una volta erano amici. Ora lo sono molto meno. Giuseppe (Pippo) Civati, consigliere regionale lombardo del Pd, per alcuni mesi si è mosso a braccetto con Matteo Renzi. Erano loro i motori del movimento dei "rottamatori". Poi hanno iniziato a discutere e, dopo qualche incomprensione, ognuno è andato per la sua strada. Alla vigilia del "Big Bang" di Renzi, in programma a Firenze nel weekend, Civati tira un siluro al suo vecchio amico: "Mi sembra molto veltroniana l’iniziativa che farà sabato e domenica". Poi spiega il suo ragionamento: "I veltroniani oggi stanno tutti con Renzi, ieri è uscito un comunicato stampa in cui molti dei cosiddetti veltroniani dicono che andranno alla Leopolda - afferma Civati - il messaggio che finora Renzi ha mandato sulla nuova Leopolda è molto generico: dice che si vuole candidare ma non si candida, che vuole farlo con il Pd ma non nel Pd, che vuole parlare di politica ma non di primarie. Non so cosa abbia in mente".

Il sindaco di Firenze rivendica con orgoglio la propria iniziativa:  "Invaderemo la discussione del Pd, portando esempi, proposte concrete e suggerimenti, con tante persone che verranno da fuori, dalla società civile". Poi Renzi fa alcuni esempi: "Dal preside della scuola del quartiere Zen di Palermo, fino al capo degli imprenditori di Savona. Aprirà i lavori il direttore di Casa clima, agenzia sul risparmio energetico più interessante a livello europeo". Sicuramente un parterre interessante che, per certi versi, ricorda la trasmissione di Fazio e Saviano, "Vieni via con me".

Renzi, che solitamente sta al gioco e scherza con tutti, a chi gli fa notare che gli ospiti della Leopolda sono poco di sinistra, risponde così: "Se fossero un decimo di sinistra di come siamo noi sul risparmio energetico e sul consumo di suolo, questa sinistra sarebbe molto più vincente". Poi cerca di gettare acqua sul fuoco: "Sarà un’iniziativa in positivo, con il sorriso. Non capisco chi protesta prima ancora di cominciare. Prima aspettate ed ascoltate quello che abbiamo da dire, poi criticate". D'accordo o no con lui, è difficile, su questo punto, dare torto al sindaco di Firenze.

Ma alla fine, dopo la kermesse e gli inevitabili titoli sui giornali, Renzi cosa farà (da grande)? Lui mette le mani avanti: "Uno o una di noi, cioè di ragazzi più giovani, dovrà candidarsi: non si potranno fare le primarie solo con Bersani, Vendola, Di Pietro e basta". Ecco, dunque, l'obiettivo del sindaco di Firenze: "Le primarie vanno fatte perché se non ci sono le primarie, non c’è il Pd. Il Pd è nato con le primarie". Bersani e i maggiorenti del Pd saranno d'accordo? Per il momento pare di no. La linea dei dirigenti democratici, ribadita più di una volta, è quella di indicare un solo candidato alle primarie per tutto il partito. Dunque si preannuncia battaglia.

Bisognerà capire se Renzi avrà abbastanza forza - e alleati - per andare fino in fondo.

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