Cronaca locale

Se le scuole materne ammettono i bimbi rom è perché sono regolari

Siamo un gruppo di mamme di bambini che per il prossimo anno scolastico sono stati ammessi alla scuola dell’infanzia di via Magreglio. Tramite «il Giornale», vorremmo esprimere il nostro disappunto circa la situazione prospettataci per il prossimo anno. Sono stati inseriti 25 bimbi rom nella struttura di via Magreglio. Secondo la nostra opinione, sarebbe stato molto meglio suddividerli nelle varie scuole della zona per facilitare la loro integrazione: si parla addirittura di otto piccoli rom in una sola sezione della scuola. Si parla tanto di integrazione di bimbi stranieri, ma l’inserimento di un così massiccio numero della stessa etnia all’interno di un’unica struttura porterà a creare due piccole comunità distinte. Questo inserimento di massa è stato effettuato dopo la pubblicazione della graduatoria definitiva delle ammissioni, com’è stato possibile? A noi risulta addirittura che parecchi bambini frequentanti il nido dei nostri figli non hanno trovato posto nelle scuole materne per il prossimo anno pur avendo entrambi i genitori che lavorano.

Gentilissime mamme, non c’è pace per gli asili milanesi (e di tante altre città italiane). Sono anni e anni che, al momento dell’iscrizione dei bambini, si levano da più parti altissime proteste. Poi, quando l’anno «scolastico» prende il via, la maggior parte delle lamentele e delle proteste si placa. Segno che, tutto sommato, le cose non vanno poi così male. Per quanto riguarda i 25 bambini rom, se sono sicuramente stati inseriti nella struttura di via Magreglio è probabile che siano figli di persone regolari (tenga presente che ora i romeni sono a tutti gli effetti cittadini dell’Unione europea) e che facessero regolarmente parte della graduatoria. Stando a quanto mi dicono in Comune, in tutta la città ci sono solo dieci richieste di iscrizione di figli di famiglie clandestine e questi sono stati inseriti in fondo alla graduatoria. Ricorderete sicuramente la violenta polemica fra il sindaco di Milano Letizia Moratti, che non voleva iscrivere figli di stranieri irregolari, e il governo Prodi che invece sosteneva che anche questi bimbi dovessero essere obbligatoriamente iscritti. Per quanto riguarda il discorso dell’integrazione, sono perfettamente d’accordo con voi. Penso anch’io che sarebbe meglio non creare due comunità distinte che, probabilmente, andrebbero avanti parallelamente con scarsissime possibilità di fusione. Magari parlandone con i responsabili della scuola otterrete qualche risultato.



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