Cronaca locale

Se sull’altare c’è l’happy hour

M entre Sant'Ambrogio era intento a fondare la celebre basilica che ancora oggi ne ricorda il nome, sua sorella maggiore, Santa Marcellina, come riportano lontane tradizioni milanesi, dava il suo contributo alla diffusione del cristianesimo in città, facendo erigere una chiesa sulle rovine di un vecchio tempio pagano. Forse non tutti sanno che, nonostante il passare dei secoli e le inevitabili profonde trasformazioni, quell'antico edificio sacro esiste ancora: è la chiesa di San Carpoforo (via Formentini), in pieno quartiere di Brera. Il fabbricato però da molto tempo è sconsacrato. Ormai completamente spoglio, ospita da qualche anno alcuni corsi dell'Accademia di Brera e viene utilizzato come sede per mostre d'arte. Nella Milano di oggi non è certo questo l'unico luogo di culto che nel corso della storia sia stato sconsacrato, trovando quindi destinazioni diverse da quelle per cui era sorto. È il caso ad esempio di un'altra chiesa nei pressi della precedente: Santa Maria degli Angioli (corso Garibaldi). Nata a fianco di un monastero secentesco di cui rimangono parte dei chiostri, da parecchio tempo è residenza del Centro Sociale Garibaldi, il Centro di Aggregazione Multifunzionale della Zona 1, che organizza attività ricreative e culturali. Ha perso la sua funzione religiosa anche la chiesa barocca di Santa Teresa (via della Moscova) che, a lungo in disuso, è stata ristrutturata e quindi riaperta nel 2003, come mediateca, una biblioteca multimediale interattiva, sezione digitale della Braidense. Un museo delle opere dello scultore Francesco Messina è diventata invece la chiesa di San Sisto (via San Sisto), a fianco di via Torino. Di origini antiche ma rifatta nel Seicento, il Comune la concesse all'artista negli anni '70, dopo che fin dall'epoca della prima guerra mondiale era stata sconsacrata. Nelle vicinanze è anche la ex chiesa dei SS. Simone e Giuda (via Correnti), costruita nel 1272, annessa al vicino convento, in seguito luogo di processi dell'Inquisizione. Sconsacrata negli anni di Napoleone e trasformata in teatro, tornò a essere edificio di culto nel primo Novecento come chiesa evangelica, per poi divenire definitivamente, nel 1976, il Teatro Arsenale. Un'altra importante ex chiesa è quella di San Paolo Converso o alle Monache (corso Italia ang. via S. Eufemia). Innalzata a metà del Cinquecento, è nota per la bella facciata barocca disegnata dal Cerano e per la spettacolare ricchezza della decorazione ad affreschi. Attualmente è utilizzata da una fondazione privata, da cui viene riservata a sala per eventi culturali e manifestazioni quali mostre, convegni, aste, spettacoli. Di sicuro interesse, nella zona di Porta Vittoria, è anche la chiesa non officiata di San Michele ai Nuovi Sepolcri, all'interno del complesso della Rotonda della Besana (via Besana), tra le opere più originali del Settecento milanese. Fatta erigere come cimitero della Cà Granda (l'Ospedale Maggiore), la struttura, con al centro la suddetta chiesa, cambiò più volte destinazione, tramutandosi di volta in volta in magazzino, deposito, fienile, scuderia militare, caserma, lavanderia, cronicario, reparto d'isolamento per malattie contagiose, fino a cadere in disuso ed essere ceduta nel 1940 al Comune. Dopo un restauro, lo spazio della chiesa, dalla fine degli anni '60, è divenuto sede di manifestazioni culturali e mostre d'arte. Sicuramente più nota per la veste odierna rispetto a quella di un tempo, è l'ex chiesa di San Giuseppe alla Pace (via Piero della Francesca). Costruita ai primi del Novecento, sconsacrata negli anni '70, dal 2001, dopo un restauro conservativo, riapre come locale pubblico rinomato che ospita eventi mondani della scena milanese. In pub è stata trasformata da qualche anno anche una piccola chiesetta, della fine del '700, che si trova in una traversa di via Paolo Sarpi (via Lomazzo). In zona fuori Porta Vercellina, nei pressi di via Rembrandt, si è mutata invece in ufficio privato la chiesa dei Santi Filippo e Donato, più conosciuta come chiesa del Molinazzo (via Martinetti ang. via del Molinazzo). Edificata nel XIII secolo, era inserita in un complesso agricolo risalente al Quattro-cinquecento noto come Cascina Molinazzo, andato purtroppo distrutto negli anni Sessanta e Settanta.

Terminiamo questo viaggio tra alcune delle chiese milanesi non più consacrate ricordando in ultimo la chiesetta ormai fatiscente di via Belgioioso nella zona nord-ovest della città, davanti all'Ospedale Sacco, che venne fabbricata nell''800 per volontà della nobildonna Cristina Trivulzio di Belgiojoso, patriota del Risorgimento italiano, come voto per una grazia ricevuta.

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