Stile

Sector, il tempo no limits con un'anima sportiva

Un modello è dedicato al calcio, con dettagli verdi e la misurazione dei tempi di gioco

Fabrizio Rinversi

Patrick de Gayardon, paracadutista, base jumper, campione di caduta libera e di skysurf, padre della celebre tuta alare che gli consentiva di performare un volo planante, entrò a far parte del Sector No Limits Team, nel 1992, inaugurando la partnership con un balzo in «base jump» dalla sommità del Salto Angel, in Venezuela, la cascata più alta del mondo (979 metri). Interprete inarrivabile del desiderio dell'uomo di volare, de Gayardon perse la vita alle Hawaii, nell'aprile del 1998 per una tragica fatalità, durante un lancio di prova. Soleva dire: «Superare un limite, un confine stabilito, prima che coraggio, è disciplina, esperienza, aiuto della scienza, della medicina, della fisiologia, della psicologia. Solo concentrando nel corpo e nella mente queste cose si può diventare padroni dell'estremo». A significare che l'estremo è un obiettivo mentale prima ancora che fisico e che i limiti come sottolineava Patrick «vanno conosciuti e poi superati». Collaborando con lui Sector ha toccato l'apice del concept «no limits», ha dato e ricevuto, in uno scambio d'informazioni e di esperienze che gli hanno consentito di accreditarsi con riferimento tecnico della ricerca dell'estremo in tutto il mondo. Un periodo magico, gli anni '90, per il brand. Ecco, è proprio quello spirito che, oggi, intende recuperare pienamente Massimo Carraro, Presidente del Morellato Group, proprietario del marchio: «Stiamo dando impulso, e continueremo a farlo, a collaborazioni con personalità assolute negli sport estremi, sulla strada tracciata da de Gayardon, personaggio, al di là del suo talento puro e della sua grandezza, divenuto famoso con e attraverso Sector. Il contesto della ricerca del limite ultimo è un universo proprio di Sector, gli è sempre appartenuto». Un concept questo, che, rispetto agli anni '90, riesce ad essere ancor più penetrante e impattante, grazie al supporto dei social media e delle relative community di appassionati. Aggiunge Carraro: «Il product benefit di Sector è, senza dubbio, calibrato sull'avventura ma, evidentemente, deve anche essere accompagnato da un mood più generalista, che comunichi lo stile del marchio, pur non puntando su specifiche funzionalità. Fare marca, per Sector, significa questo, da un lato il puro no-limits, dall'altro, un messaggio lifestyle senza tradire il proprio DNA». Filosofia nella quale s'inquadrano perfettamente i modelli della collezione Traveller, tutti plurifuso, con particolare riferimento alla versione da 48 mm in acciaio, con quadrante argenté satinato verticale e sub-quadranti funzionali alla visualizzazione di due fusi orari e del day-date (su settore semi-circolare), e della linea 890, crono sportivi a tutto tondo, sviluppati su cassa in acciaio carré galbé da 44 mm, con pulsanti a sezione rettangolare opportunamente allungati sulla carrure, lunetta incisa, scala tachimetrica sul rehaut e grintoso quadrante nero (di richiamo la variante con cinturino in pelle traforata). Un'attitude ancora più competitiva, la possiamo osservare nel modello Soccer della collezione Master, dedicato al calcio. Elaborato su cassa in acciaio da 44 mm, con vetro «sapphire coated», è un multifunzione che, sul quadrante nero caratterizzato da dettagli verdi, a richiamare i campi da gioco, prevede scale di misurazione del tempo regolamentare di gioco (con segnalazione sonora ogni 15 minuti), indicazione dei minuti di recupero e dei tempi supplementari; inoltre, il fondello è personalizzato con la grafica della disciplina sportiva cui si riferisce. «L'estremo è ricerca asseriva de Gayardon - Della meta più lontana che ci si può proporre di raggiungere.

E, una volta raggiunta, l'estremo diventa un ulteriore limite».

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