Cronache

Seicento città vogliono fare la festa a Colombo

Seicento città vogliono fare la festa a Colombo

Yuri Brunello

Sono circa 600 i comuni italiani che hanno aderito alla proposta di rendere il 12 ottobre festa nazionale. Le adesioni sono giunte e continuano a pervenire ogni giorno numerose al Comitato Nazionale per Colombo, presieduto dal comandante Bruno Aloi, da anni è impegnato in una battaglia per il rilancio della figura di Cristoforo Colombo intesa come simbolo della cultura del mare e della tradizione marittima.
«L’Italia ha 8.600 chilometri di costa, ma non una cultura del mare - spiega Aloi -. Della vicenda storica che ha visto protagonista Colombo è proprio lo spessore culturale che va sottolineato». Cultura marittima, cultura del viaggio, della scoperta, dello sguardo teso verso l’oltre. Proprio a queste tematiche il Comitato Nazionale per Colombo guidato da Aloi ha dedicato un convegno di studi, tenutosi a Palazzo Doria Spinola, dall’eloquente titolo di «Cristoforo Colombo e il mare». L’iniziativa ha visto la partecipazione di relatori di alto livello scientifico e specialistico, tra cui Aldo Agosto, Carlo Maccagni, Dario G. Martini, Pier Paolo Cagnetti, Giuseppe Restivo, i quali hanno affrontato l’argomento Colombo soffermandosi in particolar modo sulle tecniche e i sistemi di navigazione e mettendo in luce le conoscenze astronomiche, meteorologiche dell’epoca colombiana.
Tra gli obiettivi del convegno c’era anche quello di portare avanti sul fronte dell’indagine scientifica una delle questioni a cui il Comitato Nazionale per Colombo ha dedicato con maggiore tenacia i propri sforzi: spingere il governo a rendere il 12 ottobre una festa nazionale. «È la spedizione di Colombo ad aprire le porte al Rinascimento - racconta Aloi -. Ed è sempre con Colombo che un nuovo continente nasce a nuova vita. Già questo mi sembra abbastanza per trasformare il 12 ottobre in una festività». Sul concetto di festività Aloi tiene a fare una precisazione: «Quando parlo di festa nazionale, non intendo certo una giornata in cui si tiene qualche cerimonia qua e là, i bambini sono esentati dall’andare a scuola e i genitori lavorano. Una festività è un giorno di festa, per tutti. Capisco che ci sia chi ritiene che le festività in Italia siano troppo numerose. Aboliamone piuttosto una e sostituiamola con il 12 ottobre».
Tra i circa 600 comuni italiani che hanno formalmente pronunciato il proprio sì all’idea del 12 ottobre festa nazionale ci sono realtà diversissime: si va da Milano a Palermo, passando per Napoli, Bari, Firenze. C’è persino Bolzano, che di marinaro ha davvero ben poco. Ma c’è di più. Al fianco dei comuni il comitato di Aloi è riuscito a raccogliere ben 4400 associazioni. «La Federazione Nazionale Vela ha dato la sua adesione, così come la Società di Salvamento e migliaia di realtà associative nazionali e locali», racconta il presidente del Comitato Nazionale per Colombo. Il progetto portato avanti da Aloi ha trovato anche il consenso della politica. Il 15 marzo 2004 al Senato è stato infatti presentato un disegno di legge, il 2835, circa «l’istituzione della festività nazionale del 12 ottobre, data della scoperta del continente americano». A promuoverlo un gruppo bipartisan di politici italiani. A livello locale i primi sì risalgono a molti anni prima. Già nel 1999 il sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, espresse il suo parere favorevole.

Nel 2003 il consiglio regionale si è impegnato ad aderire alla petizione del Comitato Nazionale per Colombo.

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