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Senza le fiere il Barnum ha chiuso

Senza le fiere il Barnum ha chiuso

Dopo 146 anni lo scorso maggio il circo Ringling bros and Barnum & Bailey ha gettato la spugna davanti al crollo dei biglietti, dopo l'annuncio che avrebbe smesso di usare gli elefanti dal momento che molte città avevano adottato leggi contro gli spettacoli con animali.

La popolarità in calo dei circhi in tutto il mondo ha infatti dovuto fare i conti con l'agguerrita campagna dei movimenti animalisti, secondo i quali gli animali di proprietà di un circo vengono maltrattati. Ingrid Newkirk, la presidente della Peta, l'organizzazione per i diritti degli animali, definì la chiusura del circo Barnum «la fine dello spettacolo più triste sulla terra per gli animali selvatici». Negli anni '80 il numero di circhi con animali, che in America davano lavoro a circa 2 milioni di persone, è precipitato da 14.000 a 5. Un dato su tutti: prima della New Economy, una azione del Barnum a Wall Street era quotata 500 dollari, oggi ne vale 0,000005.

La storia del circo americano resta comunque indissolubilmente legata a quella di Phineas Taylor Barnum, il quale, nel 1835 comprò una «vecchia schiava», Joice Heth e la mostrò al pubblico dicendo che aveva 160 anni e presentandola come «la balia di George Washington». Sei anni dopo, sull'onda del successo, acquistò l'American Museum a New York e lo trasformò in un teatro dove esibire i fenomeni, l'elefante gigante Jumbo, i gemelli siamesi Chang & Eng Bunker, la sirena delle Fiji metà pesce e metà scimmia, Buffalo Bill e Toro Seduto. Il circo mostrò i suoi fenomeni anche alla Regina Vittoria nel corso di un tour in Europa.

La star era Charles Sherwood Stratton, il bambino nano ribattezzato Generale Tom Thumb-parodia di Napoleone.

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