Controcultura

La sfida dell'ospitalità italiana allo shopping di arabi e cinesi

Da Londra a Bordeaux, dalla Russia alle Maldive i gruppi alberghieri del Belpaese guardano all'estero

Anna Maria Greco

Il gruppo Sina debutta all'estero con il Castello di Mirambeau a Bordeaux, la Baglioni Hotels aprirà il primo resort 5 stelle lusso di un brand italiano alle Maldive, la catena Starhotels inaugura il terzo albergo di charme a Londra, la Domina continua a costruire hotel in Russia, dopo Sharm el Sheik e i Paesi Baltici.

È la risposta italiana allo shopping degli stranieri, dagli arabi ai cinesi ai turchi, tra le nostre più prestigiose strutture alberghiere. La missione è esportare il brand dell'ospitalità del Belpaese.

«Un processo di internazionalizzazione assolutamente necessario - spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - . In giro per il mondo c'è una gran voglia di made in Italy, anche nel settore dell'hospitality. I gruppi che possono cogliere quest'opportunità d'investimento si muovono, anche se non sono molti».

Uno è la Sina Hotels, di cui Bocca è presidente. Per la prima volta esce dai nostri confini e punta alla Francia. Con un volume di affari di 45 milioni nel 2015 e una crescita del 12 per cento rispetto all'anno precedente, arriva a 12 strutture aggiungendo alla sua collezione la dimora fortificata in stile rinascimentale, immersa in un parco di otto ettari di Mirambeau, che fa parte della scuderia Relais & Chateaux. Proprietaria dell'immobile è la Sorgente Group di Valter Mainetti, mentre Sina si occupa della gestione. «Al castello - spiega Bocca - porteremo il tocco di italianità che caratterizza tutti i nostri alberghi. Ci stiamo già muovendo sul mercato per altre operazioni all'estero, su Londra e Parigi, ma in futuro anche sui Paesi arabi».

C'è chi in Francia è sbarcato già da anni, come la catena Baglioni e ora scommette sugli atolli delle Maldive. «Villa Gallici, ad Aix en Provence - dice il fondatore, Roberto Polito - è stato il prezioso gioiello che ho regalato a mia moglie nel 2001. Il primo investimento all'estero del gruppo, a cui è seguito in Costa Azzurra l'hotel di Saint Paul de Vence e altri sempre in Francia che poi abbiamo lasciato. L'albergo aperto a Londra nel 2004 per noi ha rappresentato un traguardo importante. L'ultima operazione è quella alle Maldive». È suo figlio, Guido Polito, amministratore delegato della Baglioni Hotels, a seguire il progetto, che sarà realizzato nel 2017. «Sull'isola di Maagau stiamo costruendo un albergo di lusso - spiega - con un piano a basso impatto ambientale. A settembre partiranno le attività commerciali e di marketing. Le isole sono frequentate da una clientela di inglesi, americani, tedeschi e russi, maggiori frequentatori degli altri nostri hotel. Per noi è un po' un ritorno alle origini: un resort sul mare, come il primo acquisito da mio padre a Punta Ala, il Cala del Porto».

L'espansione all'estero del gruppo è cominciata, appunto, con la sofisticata Villa Gallici, dimora provenzale del XVIII secolo associata Relais & Châteaux, circondata da un giardino con sculture di artisti contemporanei. Di stile ben diverso sarà il decimo hotel della famiglia, il Baglioni Resort Maldives: 99 villas, 3 ristoranti (italiano, internazionale e giapponese), piscina con bar, spa, diving center, anche il servizio butler per i clienti più esigenti. La catena chiude il 2015 con un fatturato di 55 milioni di euro, più 18 per cento sul 2014 e segnali positivi ci sono anche nel primo trimestre 2016. Per le Maldive, le stime di business plan prevedono un fatturato sui 20 milioni di euro nel primo anno.

La filosofia dell'internazionalizzazione ispira anche Starhotels, gruppo guidato dalla figlia del fondatore, Elisabetta Fabri. Partito da Firenze, presente nelle principali città italiane, ha ora un hotel deluxe a New York, un 5 stelle a Parigi e, nel 2014, due alberghi di charme a Londra: il Pelham e il Gore. Il terzo apre quest'estate nella capitale inglese: The Franklin, 50 stanze e il design di Anouska Hempel, con un po' di stile italiano. Starhotels, 25 alberghi, di cui 8 di lusso, nel 2015 ha registrato un giro d'affari di 200 milioni, con una crescita a due cifre del fatturato. Ha una partnership con Eataly nella ristorazione e ha affidato a Oliviero Toscani, la campagna pubblicitaria con il claim «Forget Home!».

Guarda solo all'estero Ernesto Preatoni, con la sua Domina. Continua a investire su Sharm, malgrado il momento difficile, ma dopo i Paesi Baltici è concentrato sulla Russia, dove ha aperto alberghi di lusso a San Pietroburgo e in Siberia, a Novosibirsk, e ne sta costruendo altri sei.

«Ancora casi isolati - dice Bocca -, ma ora bisognerà vedere che cosa deciderà il gruppo Unipolsai, proprietario di Atahotels, che ha acquistato nel 2015 il patrimonio immobiliare di Una Hotels, diventando leader nel settore». Per ora, assicurano gli interessati, gli scenari sono ambiziosi ma tutti nazionali.

Ma consolidata la posizione di leader in Italia, è probabile che guardi all'estero.

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