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È sfida tra l’imam mancato e l’ex docente universitario

da Ankara

L’imam mancato contro l’ex docente universitario. Le biografie di Recep Tayyip Erdogan e Deniz Baykal, rispettivamente leader del Partito islamico-moderato per la giustizia e lo sviluppo e del Chp, il Partito repubblicano del popolo, non potevano essere più diverse.
Nato a Istanbul, ma la famiglia è originaria di Rize, sul Mar Nero, Recep Tayyip Erdogan, 54 anni e moglie velata, ha svolto gran parte del suo percorso politico in partiti islamici e ultraconservatori. Laureato in Legge alla Marmara Universitesi, ha studiato anche all’Imam Hatip Lisesi, una scuola per formare dirigenti religiosi. Cresciuto alla corte di Necmettin Erbakan, leader incontrastato della destra islamica turca, nel 2001 ha dato vita all’Akp, un partito, come lui stesso lo definì, «non dominato da ideologie religiose». A frugare nel suo passato, sorgono seri dubbi su quanto la sua “conversione” sia veritiera. Sindaco di Istanbul nel 1994, nel 1998 finì in gattabuia per aver declamato in pubblico (modificandoli) alcuni versi del poeta nazionalista Ziya Gokalp, che dicevano: «Le moschee sono le nostre barricate, i minareti le nostre baionette e i fedeli i nostri soldati». La pena doveva essere di 10 mesi, ma ne scontò solo 4. Anche oggi il premier ha qualche problemino con la giustizia. Dieci giorni fa il Tribunale di Ankara ha chiesto due anni di reclusione perché, nel 2001, ha chiamato il leader del Pkk e nemico numero uno dei turchi, Abdullah Ocalan, «sayin» («rispettabile»). Il 2 maggio scorso, poi, Erdogan si è preso la libertà di definire la sentenza della Corte costituzionale che annullava l’elezione di Abdullah Gul a Presidente della Repubblica, un «proiettile sparato contro la democrazia»: per questo si trova sotto inchiesta da parte della Procura di Ankara. Tifoso scatenato del Fenerbahce, l’unica volta che si è sottratto ai giornalisti è stato quando la sua squadra del cuore ha perso lo scudetto all’ultimo minuto l’anno scorso.
Unica figura di spicco di un’opposizione che fatica un po’ a presentarsi come tale, Deniz Baykal, laico convinto e filo-europeista, è nato ad Antalya (località nota per le vacanze) nel 1938. Un po’ vecchiotto per gli standard della politica turca, ha studiato legge all’Ankara Universitesi per poi volare negli Stati Uniti. Tornato in Turchia, ha insegnato presso la facoltà di Scienze politiche. Poi, nel 1973, il grande passo alla politica. Eletto nelle file del Chp, ed entrato nella Grande assemblea nazionale turca, da quel momento Baykal ha sempre ricoperto ruoli di rilievo.

È stato ministro delle Finanze e ministro dell’Energia sotto il primo e secondo governo di Bulent Ecevit, leader storico della sinistra turca e ministro degli Esteri e vice premier durante il governo di Tansu Ciller, che non è proprio un fiore all’occhiello, se si pensa che è stato uno dei più corrotti nella storia della Repubblica turca.

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