Politica

Lo sfogo del premier romeno «Non siamo tutti delinquenti»

Intesa con Prodi su una task force anti-rom. Nell’Unione non c’è accordo sul decreto Prc: mai coi razzisti della Cdl

da Roma

Parlano di integrazione sociale e di cooperazione tra i paesi dell’Unità europea, e di utilizzo comune dei programmi di sviluppo Ue previsti nel quadro dei fondi strutturali. Per il premier rumeno Calin Papescu Tariceanu e Romano Prodi è necessaria una strategia europea per l’inclusione dei rom e Tariceanu raccoglie la garanzia che non ci sarà dall’Italia nessuna espulsione di massa, e che Italia e Romania istituiranno una task force comune di polizia per contrastare il fenomeno dei rom. Taricenau ha poi aggiunto: «Non tutti i romeni in Italia sono delinquenti e, se in Italia esiste ancora la mafia, non possiamo dire che i cittadini italiani che sono in Romania sono mafiosi». Prodi incassa invece l’affermazione che «nessun paese Ue può esportare criminalità».
Ma il punto su cui ruota il dibattito politico in previsione del decreto legge che arriva in Parlamento è proprio quello delle espulsioni immediate, a cominciare dall’opposizione che afferma di non avere alcuna intenzione di trovare una posizione comune sul decreto legge sulla sicurezza se rimane così com’è. Per la Cdl il governo si sbilancia troppo sulle posizioni di Bertinotti e Gianfranco Fini lo segnala immediatamente: «Accogliendo le richieste di Rc si allontanano le possibilità del centrodestra di convergere su quel decreto». La Cdl ha annunciato che i suoi emendamenti sono in linea con la direttiva Ue e con le affermazioni di Veltroni e Fassino. «Taluni nel centrosinistra - spiega il senatore di An Alfredo Mantovano - concordano con la destra per rendere gli allontanamenti dei rom immediati. I nostri emendamenti andranno in questa direzione. Fassino e Veltroni saranno disponibili a sostenerli anche se con l’ostilità di Rifondazione e del ministro dell’Interno?» si chiede Mantovano.
Che il ministro Amato abbia accolto con favore le richieste di Rifondazione lo ammette lo stesso ministro Ferrero: «Quella era l’unica strada percorribile» sottolinea il ministro alla Solidarietà sociale. Che aggiunge polemizzando con il centrodestra: «Un voto bipartisan con chi ha posizioni razziste sarebbe stata una iattura».
Mentre il viceministro all’Interno, Marco Minniti, nel corso della sua informativa alla Camera, sottolinea che «non c’è un rapporto tout court tra immigrazione e criminalità, mentre c’è un rapporto diretto tra immigrazione illegale e criminalità». E ribadisce che bisogna «agire con fermezza, ma tenendo conto dei principi del diritto e della democrazia». A sinistra, sostiene Mantovano, non è facile trovare un unico interlocutore: «Ci dicano con chi confrontarci, perché da parte nostra c’è la volontà di farlo». E lancia un’ipotesi di intesa: «Se il provvedimento dovesse accogliere le richieste dell’opposizione potrebbe prendersi in considerazione l’ipotesi che si mettano insieme i voti del Partito Democratico e del centrodestra», lasciando fuori la sinistra estrema.
Meno possibilista Antonio Tajani eurodeputato di Forza Italia: «Prodi cerca nuovi consensi, ma accettare le richieste di Rifondazione significa non accettare la collaborazione della Cdl.

Chi delinque va rispedito a casa sua sia che si tratti di un cittadino comunitario che extracomunitario».

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