Stile

Lo sfondo blu intenso regala fascino alla notte di Natale

Fra i grandi marchi da scartare: Picot, Jaeger-LeCoultre, Omega e Tudor

Fabrizio Rinversi

Affermava il filosofo romano Seneca: «La legge del dono fatto da amico ad amico è che l'uno dimentichi presto di aver dato, e l'altro ricordi sempre di aver ricevuto». Il tempo dei regali si sta avvicinando, anche quest'anno, e, nei pochissimi spazi che l'intensità quotidiana, lascia al pensiero di estendersi in prospettiva, si cominciano a delineare ipotesi di abbinamento tra persone e cose. Non solo. Entra in gioco pure la gratificazione personale che, qualora non ancora soddisfatta, attende il consuntivo sui dodici mesi per trovare la sua migliore giustificazione.

In sintesi, fare o farsi un dono, vuol dire decidere di interagire con delle persone, o con se stessi, in modo da provocare una reazione, una risposta, un sentimento, una considerazione e, in proiezione, un ricordo, come evidenziato da Seneca. Un atto che assume una valenza tanto maggiore quanto più il regalo e/o la gratificazione riguardano un oggetto unico e importante come l'orologio. Trattandosi di un qualcosa di decisamente personale, non è facile selezionare l'alternativa migliore e, allora, in aiuto possono venire il prestigio, i trend, la brand awareness, il must-have, molti elementi che consentono di aggiungere una valenza oggettiva a questo tipo di dono. Entrando un poco più nello specifico, nel 2018 una tendenza consolidata ha riguardato i quadranti dal blu intenso, associati all'acciaio, a vestire l'eleganza con una nota di sobria delicatezza.

Interessanti esempi in tal senso possono essere il Polaris Automatic di Jaeger-LeCoultre e il Firshire Ronde Double Moon Phase di Paul Picot. Il primo, automatico di manifattura, da 41 mm (6.850 ) è parte di una collezione ispirata dal primo Polaris Memovox del 1968, originale nella sua doppia corona (regolazione dell'ora e rotazione del rehaut interno) e sofisticato nelle tre lavorazioni del quadrante: soleil al centro, grené sulla fascia degl'indici e opalino sul rehaut. Il Paul Picot (3.515 con fibbia déployante), automatico, in acciaio con anse vintage, abbina ai piccoli secondi le fasi lunari indicate in un unico contatore, al 9, da una prospettiva Nord o Sud. Se si vuol puntare sul must-have, un'ipotesi attuale potrebbe essere il cronografo Omega Speedmaster Dark Side of the Moon Apollo 8, da 44 mm, in ceramica nera contrappuntato da dettagli in giallo (9.000 ), dotato del calibro manuale originale del Moonwatch, il 1861, visibile attraverso il quadrante scheletrato, annerito e lavorato sulla platina a riprodurre l'immagine della superficie lunare. Infine, il sempiterno fascino dell'interpretazione vintage, mescolata all'allure di un marchio di tradizione, può indirizzare verso il Tudor Black Bay Fifty-Eight, in acciaio da 39 mm (automatico di manifattura e certificato Cronometro, 3.

100 ), ispirato dal primo orologio subacqueo impermeabile a 200 metri lanciato dalla Casa nel 1958: richiami vintage li troviamo nella «Big Crown», nel quadrante con lancette «snowflake» e nel triangolo rosso sulla lunetta girevole sottostante il riferimento luminescente.

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