Cronaca locale

Sguardi diversi sulla città Ecco i «clic» più famosi

Allo Spazio Oberdan gli scatti di dodici autori

Dodici nuovi modi di vedere e rappresentare Milano e dintorni a opera di altrettanti fotografi che attraverso il loro obbiettivo racchiudono e condensano punti di vista e emozioni sulla realtà urbana meneghina. Da mercoledì al 7 ottobre allo Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, scatti d'autore, come quelli di Gianni Berengo Gardin, un nome di primo piano nel mondo della fotografia, accompagnati da numerose interviste rilasciate da una serie di personalità di spicco, tra cui Don Virginio Colmegna, attualmente alla guida del centro di accoglienza «Casa della Carità», il regista Ermanno Olmi, l'oncologo Umberto Veronesi e il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio De Bortoli sono oggetto della mostra «Paesaggio prossimo, la Provincia di Milano nello sguardo contemporaneo di 12 fotografi».
Promossa e organizzata dalla Provincia in collaborazione con l'associazione Contrasto, mette in evidenza zone, tra cui Piazza Duomo o la Bicocca e particolarità del capoluogo lombardo rivisitate e reinterpretate dai fotografi. Come si evolve e cosa caratterizza la Milano di oggi è dunque il filo conduttore dell'esposizione le cui fotografie vengono affiancate da dati e notizie sulla città. Oltre che dalle frasi di una serie di celebrità milanesi come quella dello stilista Elio Fiorucci «Milano non deve essere gelosa del proprio primato ma aprirsi al mondo». Suddivisa per argomenti, nella sezione «Cultura ed arte» si possono trovare le immagini di Massimo Siragusa, 48enne catanese, che tra i suoi soggetti, ha ripreso il volto di un dinosauro come simbolo del Museo Civico di Storia Naturale, o la sala studio della Biblioteca Nazionale Braidense. Mentre nell'ambito «Moda e creatività», il 44enne Stefano De Luigi, ha immortalato volti di modelli mentre sfilano in passerella. Il settore «Assistenza integrazione e solidarietà», invece, custodisce le fotografie di Gianni Berengo Gardin che nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, ha immortalato una serie di situazioni legate a realtà drammatiche di disagio sociale e umano. Luoghi come la mensa dell'Opera di San Francesco per i poveri o il cortile della Casa di Reclusione di Milano-Bollate di cui Gardin, col suo obbiettivo, coglie appieno la dolorosa quotidianità. Insomma dalla creatività alle problematiche, dalle risorse alle contraddizioni, l'esposizione coglie un po' tutte le sfumature di una città come Milano, divisa come ha detto il grande Ermanno Olmi «tra due culture: una per dovere ma anche per piacere che è patrimonio della classe dirigente e un'altra popolare che viene dalle periferie».
Paesaggio prossimo
Spazio Oberdan viale Vittorio veneto 2
fino il 7 ottobre (chiuso il lunedì, dalle 10 alle 19,30, martedì e giovedì fino alle 22, 4,10 euro)
(0277406300 o www.provincia.

milano.it/cultura)

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