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Si fa sterilizzare ma resta incinta e chiede 220mila euro di danni

Udine: la donna aveva già 5 figli. Nell'operazione chirurgica una delle due tube di Falloppio non le era stata legata. Ha chiesto un risarcimento all'ospedale

Si fa sterilizzare ma resta incinta 
e chiede 220mila euro di danni

Udine - Aveva già cinque figli e, dopo l'ultimo, ha deciso, d'accordo con il marito, di farsi sterilizzare. Eseguito l’intervento subito dopo il parto, poco dopo la donna rimane incinta di nuovo. Adesso la coppia fa causa all’ospedale: chiede un risarcimento danni di 220mila euro. Succede a Tolmezzo, e a riportare la notizia è il "Messaggero Veneto".

L'intervento chirurgico I medici, su richiesta della donna, subito dopo il quinto parto le avevano eseguito l’intervento di sterilizzazione mediante la legatura delle tube di Falloppio. Tuttavia, nel sesto parto, che la signora decide di effettuare all’ospedale di San Daniele, i medici si accorgono che una delle due tube non è legata. Da qui i motivi della causa civile che nei prossimi giorni a Tolmezzo, davanti al presidente Antonio Cumin, vedrà la scelta dell’ammissione delle prove.

La causa L'azione legale è stata la conseguenza logica al fatto che il Centro servizi condivisi dell’Ass 3 ha respinto la prima richiesta di risarcimento danni avanzata dalla coppia friulana, ritenendola non accoglibile. Tecnicamente, la causa contro l’ospedale è un’azione di accertamento di inadempimento contrattuale, oltre che di risarcimento dei danni. Il fatto che una tuba sia risultata mal legata o comunque non sezionata è ritenuto un inadempimento della prestazione dedotta nell’obbligazione e come tale direttamente da imputare all’Ass.

Il danno Al di là delle valutazioni tecniche sulla "semplicità" o meno dell’intervento di legatura delle tube - si sostiene venga eseguito anche dagli specializzandi - c’è un ampio spettro di situazioni che la coppia individua nel chiedere il risarcimento del danno. A iniziare dal costo di mantenimento del sesto figlio - che entrambi hanno poi fortemente voluto, non interrompendo la gravidanza -, per proseguire con il danno biologico da invalidità temporanea conseguente al parto cesareo (il sesto), da quella permanente perché il sesto parto ha acuito alcune patologie di cui la donna soffriva; quindi il danno morale, la cui quantificazione si lascia alla valutazione del giudice in base alla particolarità del caso.

Problemi fisici Risulta infatti che alla signora fosse stata sconsigliata un’altra gravidanza a causa di problemi fisici per i quali aveva subìto anche interventi chirurgici.

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