Controcultura

Siamo tutti colpevoli (e anche colpevolisti)

Gian Paolo SerinoPiù che un romanzo è un urlo d'inchiostro: contro la ferocia, quella vera, di una società come la nostra dove il «rumore bianco» della nostra vita in diretta diventa un fragoroso frastuono in bianco e nero del Nulla. Jesse Ball, tra i migliori scrittori americani contemporanei, ci consegna Quando iniziò il silenzio: un romanzo di intensa e rara intensità narrativa, di scrittura ipnotica, alta, immaginifica, accusatoria. Nel processo di creazione di Jesse Ball che già aveva dimostrato tutto il proprio talento nel romanzo d'esordio Il settimo giorno, edito da Feltrinelli nel 2008 - siamo tutti colpevoli.Non solo l'imputato protagonista che si ritrova reo confesso di alcune misteriose sparizioni avvenute in una cittadina della provincia giapponese nel 1977, ma tutti noi. Quando iniziò il silenzio è un riuscito atto d'accusa contro quella «macchina del fango» che non è soltanto la sempre più invasiva indagine mediatica su fatti di cronaca nera, ma anche lo specchio di come, attraverso questi episodi, scatti in noi un autocompiacimento da innocenti. Come se, davanti a fatti di inenarrabile disumanità, ci sentissimo «migliori». Jesse Ball ci vuol far comprendere come ormai siano sempre più labili i confini tra realtà e finzione, ma soprattutto come la finzione abbia decostruito la realtà. Pochi sanno che il 99,7 per cento degli imputati nel democratico Giappone risulta colpevole. C'è qualcosa che non funziona: e con questo romanzo Jesse Ball lo dimostra. Come quando racconta delle «prove» raccolte dal giornalista da vita (in)diretta basate sulle testimonianze del «fratello di un amico della proprietaria della casa dove scrivevo che aveva lavorato nel carcere dov'era stato rinchiuso il colpevole».Quella di Ball è un'indagine sociologica che parte da una società colpevolista che è sempre esistita, ma che sta varcando i confini della patologia di massa. Si può leggere come un thriller ottimamente congegnato, ma anche come un grande romanzo sul parossismo dei media.

L'abilità di Ball consiste nell'aver reso poesia teorie consolidate (si pensi a Il parossista indifferente di Jean Baudrillard, che verte proprio sul collasso dei media) in uno dei migliori romanzi di questa stagione editoriale.@Gian Paolo Serino

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