Cronache

Quel sindaco è una capra: Lincoln non può querelare

Nelle liste per il primo cittadino solo candidati animali per protestare contro il potere centrale di Washington

Quel sindaco è una capra: Lincoln non può querelare

Il sindaco? Certo che è proprio una capra... quante volte abbiamo sentito cittadini inacerbiti per la buca nella strada, la burocrazia opprimente, i documenti che non arriva pronunciare questa frase?

Da questo mese potranno scatenarsi, con cognizione di causa e senza oltraggiare un pubblico ufficiale, gli abitanti di Fair Haven, Vermont. Che hanno appena eletto a sindaco Lincoln (un nome, un destino), una capra nubiana di tre anni, versione esotica di un bel caprone. Secondo The Rutland Herald, il giornale locale, ha superato di ben due voti (ne ha ricevuti 13) un più presentabile Boston Terrier. Ma gli animali candidati erano ben 16: per lo più cani e gatti, più un gerbillo, roditore che assomiglia a un topolino, originario della Mongolia. Lincoln resterà in carica per un anno e avrà funzioni di rappresentanza: da lui ci si aspetta che faccia presenza in occasioni ufficiali e avrà un posto di rilievo alla parata del Memorial Day, per la quale gli sarà cucita una fascia su misura.

Ma la capra nubiana non è certo il primo animale a ricoprire una carica politica, al di là delle facili ironie. Le motivazioni sono varie. Dittatori o detrattori lanciano candidature per sfregio o protesta verso le istituzioni. Tutti ricordano il cavallo di Caligola, Incitatus, che stava per essere nominato console dall'imperatore, ucciso in un congiura prima di poter mettere in pratica la scellerata idea.

Non fu eletto ma incassò centomila voti il rinoceronte Cacareco che fu candidato nel 1958 alla elezione per il primo cittadino di San Paolo, in Brasile, per protestare contro la dilagante corruzione dei politici. L'eco fu tale che oggi «voto cacareco» in Brasile è sinonimo di voto di protesta. Una seconda volta ci fu nel 1988 a Rio de Janeiro ma in quel caso il candidato era uno scimpanzé.

Più vicina a noi nel tempo e nello spazio è la candidatura del bassotto Saucisse, che alle elezioni comunali di Marsiglia del 2001 incassò il 4,5 per cento dei voti, più di qualche candidato «umano». Del resto il cane, che il suo proprietario, lo scrittore Serge Scotto, introdusse in vari suoi romanzi, era una vera star e partecipò anche a un reality.

Le animalesche elezioni che si contano a decine negli Stati Uniti oggi sono però per lo più una trovata di marketing turistico o hanno come finalità la beneficenza e la raccolta fondi.

Prendiamo il nostro caprone Lincoln. Fair Haven, paese di 2500 anime, non ha un vero sindaco ma un «town manager» che ha indetto la simbolica elezione con uno scopo preciso: raccogliere fondi per costruire un parco giochi. E anche per presentare il governo locale ai bambini delle elementari e coinvolgerli nell'amministrazione. Tutti infatti potevano votare. Ma a spuntarla fu la capra, che non è affatto la prima della sua specie a ottenere il cadreghino.

A Lajitas in Texas la carica di sindaco è in mano addirittura a una dinastia giunta alla quarta generazione. Il capostipite, Clay Henry, eletto per portare un po' di turisti in una cittadina mineraria semiabbandonata, era noto per la sua passione per la birra. Visse 21 anni, terminò la carriera ucciso da un rivale in amore ed è ora conservato, impagliato, in un teatro cittadino, mentre in carica spicca il bisnipote, Clay Henry IV.

C'è chi ci prende gusto come Duke, un cane da montagna dei Pirenei già eletto tre volte sindaco onorario di Cormorant, Minnesota. In questo caso gli elettori devono pagare un dollaro per votare, sovvenzionando progetti voluti espressamente dai cittadini.

Mai come il gatto Stubbs però, in carica per ben quindici anni a Talkeetna in Alaska. Ma ci sono anche esempi più placidi come la mucca April eletta nel 2011 a Eastsound, Washington. Pare passi la maggior parte del tempo al pascolo, senza troppi pensieri.

Non farà molto ma almeno, dirà qualcuno, non potrà nemmeno fare troppi danni.

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