Roma

La sinistra si spacca sull’urbanistica

Luca Rocca

È dura la protesta che un pezzo di mondo di sinistra sta scatenando contro la stessa sinistra veltroniana che governa Roma. Ieri in piazza del Campidoglio centinaia di persone si sono riunite per ribellarsi contro il nuovo Prg che la giunta capitolina si appresta ad approvare, e di sconti al sindaco non ne hanno fatti. La reazione dei manifestanti si è concentrata su due punti: la tutela ambientale e l’emergenza abitativa.
Nel primo caso si accusa il centrosinistra di preparare, con il nuovo Prg, «l’invasione della città con altri 70 milioni di metri cubi di cemento». Nel secondo caso la protesta è ancora più vibrante, dato che tocca da vicino la vita dei cittadini e le frasi urlate al megafono sono state eloquenti: «Non ce la facciamo più a vivere. Con questo piano regolatore state tutelando solo gli interessi dei grandi costruttori. Ora siamo davvero stanchi». E questa volta a Veltroni non è consentito nemmeno usare la solita scusa dei tagli operati dal governo, perché i manifestanti non ci cascano più: «I soldi ci sono, il governo ha stanziato 25 milioni di euro per l’emergenza casa - urlavano arrabbiati - e allora perché non fate nulla?».
La veemenza delle accuse potrebbe far pensare a una manifestazione organizzata dal centrodestra, e invece in piazza erano presenti sigle quali il Wwf Lazio, i Verdi e la solita Action. Un’altra accusa lanciata contro la maggioranza in Campidoglio, e principalmente contro Roberto Morassut e Claudio Minelli, il primo assessore all’Urbanistica, il secondo alle Politiche abitative, è quella di non aver individuato un’area da destinare alle case popolari. Ecco perché i manifestanti si dicono convinti che «il Prg, così com’è, non potrà essere approvato perché ignora la povera gente». E rivolgendosi ai due assessori urlavano: «Aprite bene le orecchie, questo piano regolatore non lo potete approvare e da qui non ce ne andiamo fino a quando non prenderete provvedimenti scritti in favore delle categorie più basse».
Presente in piazza anche l’Ente nazionale protezione animali, che denuncia: «Alcune aree naturali del territorio sono a rischio perché minacciate dalla pressione dell’espansione edilizia prevista dal Prg. Ma un aspetto pericoloso è l’inspiegabile sovrapposizione di alcune aree naturali incluse sia nella Rete Ecologica che nel piano regolatore. Come può un’area naturalistica essere adibita a terreno edificabile?».

Bisognerebbe chiederlo ai Verdi che dei problemi ambientali sembrano disinteressarsi.

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