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Siria, Assad pronto ad annunciare le dimissioni Daraa: folla in piazza. Circondata dai carrarmati

Il governo, dopo aver annunciato la fine delle leggi speciali e l'aumento dei salari, sarebbe sul punto di dimettersi. Ma a Daraa, nel Sud del Paese, continuano le proteste. I manifestanti sarebbero stati circandati dai tank governativi. Testimoni parlano di spari sulla folla

Siria, Assad pronto ad annunciare le dimissioni 
Daraa: folla in piazza. Circondata dai carrarmati

Damasco - Carri armati dell’esercito siriano hanno circondato Daraa, capoluogo della regione meridionale e teatro da dieci giorni di accese proteste anti-regime. Lo riferiscono testimoni oculari citati dalla tv panaraba al Arabiya. Prima le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco su centinaia di dimostranti che protestavano contro le leggi di emergenza. Secondo testimoni citati anche dalla tv panaraba al Jazeera, centinaia di residenti di Daraa sono tornati oggi in strada, scandendo slogan contro il partito Baath. L’agenzia ufficiale siriana Sana smentisce la notizia secondo cui le forze di sicurezza avrebbero aperto il fuoco contro i manifestanti. In una nota attribuita a una "fonte responsabile", l’agenzia afferma che "ciò che è stato diffuso dai mezzi d’informazione di spari da parte delle forze di sicurezza contro i manifestanti è privo di fondamento e non corretto".

Assad verso le dimissioni Il governo siriano dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni martedì, mentre è stata decisa (ma non precisata in termini di data) la revoca della legge di emergenza in vigore da quasi mezzo secolo. Dopo le proteste e i violenti scontri dei giorni scorsi, il regime di Damasco tenta così di placare la protesta prospettando una svolta politica, compresa la fine del monopolio del "partito guida" Baath. Il parlamento siriano ha chiesto al presidente Bashar al Assad di spiegare il suo programma di riforme democratiche in aula. La legge di emergenza, instaurata immediatamente dopo l’arrivo al potere della partito Baath nel marzo 1963, impone restrizioni sulla libertà di riunione e di spostamento, e permette l’arresto di "sospetti o di persone che minacciano la sicurezza". In questo modo è possibile sorvegliare le comunicazioni e fare un controllo preliminare su i giornali, le pubblicazioni, le radio e tutti i mass media.

Aumento dei salari Il presidente ha già autorizzato un aumento dei salari dei dipendenti pubblici pari al 20% dell’attuale retribuzione. Secondo gli analisti è però difficile pensare a una vera riforma all’interno del sistema, soprattutto perché la corruzione e le politiche di privatizzazione economica hanno creato un arricchimento di tutto il clan legato alla famiglia Assad: ma come dimostrano gli esempi egiziano o tunisino, senza un compromesso in tempi rapidi quella siriana rischia di essere la prossima rivoluzione.

Divisioni religiose La Siria di Bashar al Assad è un paese totalitario dove l’ordine regna supremo e l’islam è diventato progressivamente più radicale. Il governo siriano è dominato dagli alawiti, una setta sciita che rappresenta solo il 10% circa della popolazione in un paese sunnita al 75%. Alla sua elezione, nel giugno del 2000, Assad annunciò un pacchetto di riforme, soprattutto in materia di apertura al liberismo economico, noto come la "Primavera di Damasco", che però non è mai decollato con convinzione: troppo dura la resistenza della vecchia guardia, ostica al punto da costringere Assad a parlare di una "riforma economica attraverso una riforma politica", rivelatasi a conti fatti inesistente.

E così, da un punto di vista politico, il Paese non ha fatto registrare alcun progresso, neppure sul tema spinoso della pace con Israele. 

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