«Sono stufa della politica malata»

Impiegata in uno studio legale, debutta con Fdi «Io? Una cittadina normale e ascolto i milanesi»

Quello di Mara D'Addona, classe 75, mamma di una bambina di quasi 11 anni, è un debutto. Ma lei, impiegata in uno studio legale, sembra avere le idee ben chiare fin d'ora. E per scendere in pista ha scelto Fratelli d'Italia.

È la prima volta che si affaccia alla politica. Come sono andate le cose?

«È la mia primissima e fortunatissima volta. Ero stanca e demotivata guardando quello che accade a Milano. Allora ho cominciato a seguire Giorgia Meloni e il partito a cui ideologicamente mi sento più vicina».

Ed è stata arruolata.

«Sì, ho avuto vari colloqui e telefonate con Ignazio La Russa e con i vertici del partito. Inizialmente mi hanno proposto di candidarmi in Zona 5. Ma io ho risposto che avrei voluto di più. Sono ambiziosa e loro hanno apprezzato».

Eppure, con la sentenza del Tar, la sua avventura politica rischiava di morire sul nascere.

«Sono stati momenti di puro panico. Chi colleziona atti come me sa bene che una riga saltata vuol dire che la lista non può essere ammessa. Ho sudato. Poi è arrivato il colpo di scena».

Tutti salvi, candidabili, De Corato compreso.

«Ah, lui è meraviglioso. Con me è stato di una disponibilità assoluta e lui e i big del partito mi hanno fatto sentire subito parte della squadra».

Dura «competere» con i big della lista quando si è solo ai primi passi.

«Eh si. Ma io sono carichissima e piena di grinta. Mettiamola così, spero di farcela nella categoria emergenti».

Come si fa conoscere dalla gente?

«La sera quando torno dallo studio tolgo i tacchi, infilo le scarpe da ginnastica e comincio a girare per la città, ascoltando la gente. E poi ho incontrato le categorie: per ora tassisti e conducenti Atm».

Che messaggio dà ai cittadini?

«Voglio dire a chi va a votare che io sono una di loro, che non mi interessa la poltrona e che anche io sono stufa di un certo tipo di politica. Ho voglia di migliorare la mia città».

A cominciare da cosa?

«Dalla viabilità. Mia figlia ai tempi dell'asilo l'avrebbe disegnata meglio. La nuova Darsena è molto bella ma lì attorno il traffico non funziona».

Da consigliera comunale per cosa si vorrebbe battere?

«Vorrei combattere il degrado il città, evitare che i muri siano uno scempio per colpa dei writers selvaggi e mettere un tetto limite agli arrivi degli immigrati. E poi vorrei scambiare due parole con la Fornero».

La Fornero? Per dirle cosa?

«Che con la sua riforma delle pensioni ha creato danni enormi a chi lavora, soprattutto alle donne».

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