Stile

Sottimano, tutte le facce del Barbaresco

C i sono aziende che da sole rappresentano una piccola enciclopedia di un territorio. Sottimano è questo per il Barbaresco, magnifico angolo di Piemonte dove viene prodotto uno dei vini più eleganti e al contempo potenti dell'intero vigneto Italia.

Sottimano è il sogno del patròn Rino, che alla fine degli anni Sessanta, terminati gli studi in enologia, acquistò un piccolo vigneto al Cottà, uno degli angoli più pregiati del Barbaresco. Poi sono arrivate nuove acquisizioni, e oggi la Sottimano - che è ancora in mano a Rino, nel frattempo aiutato dai figli Andrea ed Elena - è diventato un mosaico con i pezzi più pregiati del terroir: cinque cru di Barbaresco docg (Cottà, Currà, Pajorè, Fausoni, Basarin) più altri appezzamenti nei quali vengono coltivate le uve che finiranno nel Dolcetto Bric del Salto, nel Barbera Pairolero e nel brachetto Marè.

Ma naturalmente sono le varie anime del Barbaresco il cuore aziendale. Di recente abbiamo avuto la possibilità di assaggiare quattro dei cru: il Fausoni, che viene prodotto appena fuori dell'abitato di Neive e affina tra i 18 e i 22 mesi in barrique di rovere e sui lieviti, nell'annata 2016 esibisce una silhouette nervosa e perfino un po' affettata, che contrasta con un tocco di grassezza. Il Pajorè, prodotto nel comune di Treiso e anch'esso con 18/22 mesi di affinamento in barrique, nell'edizione 2016 è muscoloso, tannico, elegantemente minerale. Il Cottà 2016, prodotto al confine tra i comuni di Barbaresco e Neive, è verticale come una torre, e vivificato da una nuance mentolato che dà un piccolo brivido all'assaggio. Infine il Currà, degustato nell'annata 2014: reca con se i tratti «neivesi» del Barbaresco, un po' grassi e liquiriziosi.

È secondo noi il campione assoluto in un novero di etichette di altissimo lignaggio.

Commenti