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Spacchi assassini e amplessi di catene La mappa del piacere secondo Marni

Rombi e rose esagerate da Blumarine, aristocrazia e musica da Etro. De Vincenzo festeggia 10 anni

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«Mi sono concesso degli allegri e solleticanti esercizi anti censura» dice Francesco Risso, direttore creativo di Marni, poco prima della sua riuscitissima sfilata intitolata «Neuroerotik». L'idea di fondo è mappare nuovi territori di piacere celebrando attraverso abiti e accessori l'incontro tra le neuro connessioni e i segnali corporei. In poche parole sugli onesti vestiti di raso dal bellissimo taglio in sbieco compaiono veri e propri amplessi di catene. Le cerniere finiscono con degli anelli da fidanzamento e al posto delle cuciture compaiono come dei punti di sutura che l'adorabile designer genovese ma nato su una barca al largo della Sardegna da una coppia di velisti definisce «vie di fuga o spifferi di possibilità».

Detto questo non ci sono spacchi assassini, scolli da capogiro e neppure trasparenze da sexy shop, ma perfino l'oversize che qualche stagione è la proporzione prediletta da Marni, assume una nuova sensualità. Ben detto e ben fatto in questo caso ma anche da Etro dove la dolce Veronica che disegna l'universo donna del brand mentre suo fratello Kean è responsabile dell'uomo, si tuffa negli archivi del brand senza paura ma con un forte senso della realtà. Da qui l'idea gattopardesca di cambiare tutto perché ogni cosa resti uguale e soprattutto proiettata verso il futuro. Così quei meravigliosi tessuti Paisley appena rivisti per la mostra sui 50 di Etro vengono trattati quasi in chiave punk nelle giacche indossate su calze a rete e basta oppure nelle gonnellone da sciroccata nipotina di qualche nobildonna inglese che ancora ricorda l'epoca coloniale. Veronica parla infatti di Aristo-Indie con un riferimento all'heritage aristocratico e alla musica più indipendente che ci sia. Pazzesco il casting che prevede giovanissime e top model di una volta tra cui Tatiana Patiz, Farida Khelfa, Violeta e Gemma Ward. Imperdibili gli stivaletti con le fibbie e il tacchetto come moda comanda. «Questa collezione sono io, la mia personalità, le cose che amo» dice Anna Molinari dopo la più bella sfilata Blumarine degli ultimi tre anni. C'è infatti tutto ciò che ha reso grande la griffe nel tempo ma con una seria presa di coscienza del proprio valore. Ecco quindi il motivo a rombi che a noi ricorda l'arlecchino di Picasso mentre per la designer è un riferimento al disegno Argyll dei pullover da collegiale di sua figlia Rossella. Ecco le rose stampate ed esagerate perché lei è la regina delle rose e quest'anno se vanno i fiori sono enormi. Ma ecco anche una certa pulizia sartoriale perfino nella maglieria che per Anna Molinari è un riferimento alla sua Carpi, ma per Blumarine è una voce importantissima di fatturato. Marco De Vincenzo festeggia i 10 anni del marchio che porta il suo nome con una bella collezione riassuntiva delle sue passioni stilistiche: lurex, pieghe e plissé, le pellicce eco, certi colori che da soli sono troppo forti o molto deboli, mentre insieme hanno un loro profondo perché. Essendo una cosa personale, De Vincenzo parte dal suo personalissimo feticcio: un tenerissimo cerbiatto in ceramica degli anni Quaranta trovato in un mercatino e conservato come un tesoro. Bambi diventa borsa, spilla, stampa sugli abiti e nelle fodere: una cosa tenera e chic. Forte, anzi fortissima, la collezione di MSGM un altro brand al giro di boa dei 10 anni. Massimo Giorgetti costruisce la sfilata come un film girato a Milano, la città di cui lui riminese è il portabandiera. Titolo dell'opera Lo Spezzacuori perché il motivo dei cuori spezzati si ritrova sugli abiti di faille e su un bellissimo cappotto double nero e rosso.

Il resto è il tipico rosa bubble gum di MSGM, la bellissima maglieria prodotta da Fuzzi sulla Riviera Romagnola e un'intelligente co branding con la rivista Flash Art, Bibbia e notes dell'arte contemporanea. Da Bottega Veneta debutta il trentaduenne Daniel Lee al posto di Tomas Maier. Senza dubbio bravo. Freddo come un ghiacciolo (beato lui visto il caldo demoniaco del tendone di plastica sotto il sole di mezzogiorno) ma di primissimo ordine nel trattare la pelle. Certo se dobbiamo gridare al miracolo per il mitico intreccio di Bottega ingigantito a dismisura, invochiamo anche un miracoloso dimagrimento mondiale per le donne che vorranno indossare quelle gonne matelassé senza sembrare l'omino della Micheline. Formidabile senza se e senza ma il lavoro di Grazia Malagoli per Sportmax. Il nuovo tailleur è una giacca che diventa qualunque altra cosa: gonna, abito plissettato, blouson e sottana o gilet.

Il tutto con l'uso virtuoso di diversi materiali e con bellissimi accessori come le nuove sneaker che creano un movimento ondulatorio in 3D e gli occhiali multipli prodotti da Marcolin.

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