Politica

La spallata di Veltroni va a vuoto In un giorno 83 firme anti-Silvio

da Roma

Doveva essere la mossa che avrebbe messo nell’angolo Di Pietro e fatto dimenticare il popolo festante di Piazza Navona. E sancire, nelle intenzioni di Walter Veltroni, il ritrovamento di una leadership ultimamente messa in discussione dall’interno. Motivo per cui la petizione «Salva l’Italia» i più maligni l’hanno ribattezzata «Salva Veltroni», per il colore da penultima spiaggia che è andata via via assumendo la riuscita della raccolta delle firme antipremier. Una specie di «conta» dal sapore casalingo per capire nel magma del Pd chi sta «con» e chi sta «contro». E se dovevano essere i numeri a confortare Walter Veltroni, proprio da questi arrivano segnali tutt’altro che rassicuranti.
Nei fatti, la raccolta delle firme della petizione procede ad una velocità decisamente più bassa di quella che ci si aspettava nel quartier generale del Pd. Secondo i dati pubblicati sul sito del partito, ad inizio agosto, le firme raccolte erano circa 650 mila. Alle 20 e 20 di ieri, considerando comunque la possibilità che il dato non sia stato ancora aggiornato con quelle raccolte nel week end nelle varie feste dell’Unità, le firme erano 1.020.531. Facendo una semplice sottrazione si otterrà che ad agosto, complici le vacanze, ne sono state dunque raccolte circa 370.530, ad un ritmo di circa 12.350 al giorno. Un numero che però si è ora drasticamente ridotto. Prendendo infatti i numeri pubblicati ieri dal Riformista, emerge che ad aver sottoscritto la petizione alle 20 e 26 di domenica erano stati 1.020.448. Che tradotto significa 83 in un giorno. Un dato questo che magari non fa testo, ma che renderebbe irraggiungibile la soglia dei 5 milioni di firme. Ma a ben guardare il rischio si corre anche facendo delle stime tutt’altro che prudenziali: se infatti consideriamo una raccolta alla media estiva per i prossimi 46 giorni, il 25 ottobre nel paniere ci sarebbero altre 568.100 firme. Ma spingendoci oltre, possiamo ipotizzare un milione di persone in piazza per la manifestazione del Pd che in blocco contro le politiche del governo, firmeranno «Salva l’Italia». Quindi facendo i totali avremo: 1.020.530 + 568.000 delle proiezioni da qui al 25 ottobre + 1 milione del giorno della manifestazione. Totale 2.588.631. A circa due milioni e mezzo dai cinque sperati da Veltroni.
Numeri quindi in grado di alimentare la schiera di chi, off the records, ha espresso dubbi sull’efficacia dello strumento che dovrebbe fornire una spallata alla solidità dell’esecutivo. Non solo. A remare contro il capo del Pd è anche la concomitanza di altre iniziative di «lotta». La campagna anti premier dovrebbe infatti raggiungere il climax nel momento in cui prende il via la mobilitazione di tutte le componenti dell’opposizione, eccezion fatta per l’Udc. A partire con la replica, l’11 ottobre, della manifestazione di piazza Navona mossa proprio da Antonio Di Pietro per lanciare il referendum contro il lodo Alfano. E a cui alcune componenti del Pd, vedi la fronda che fa capo al dissidente Arturo Parisi, stanno meditando di aderire. Non bastasse, più o meno nello stesso periodo, scenderà in piazza anche la sinistra di opposizione (extraparlamentare), progetto a cui sta lavorando in questi giorni il segretario del Prc, Paolo Ferrero. A chiudere la settimana di passione sarà poi il 17 ottobre lo sciopero generale dei sindacati di base, a poco più di una settimana da domenica 25, giorno della conta del Pd.
Mentre, in questi giorni, i sondaggi danno un calo del 5% dei consensi del Pd tra gli italiani.

E un balzo in avanti proprio dell’Idv di Antonio Di Pietro.

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