Cultura e Spettacoli

Accontentati tutti anche il pubblico

di Stenio Solinas

Un colpo al cerchio e un altro alla botte... «Mostra internazionale d'arte cinematografica», recita il logo della 73° edizione, e quindi le quasi quattro ore di La donna che partì (The Woman Who Left), di Lev Diaz, ci stanno tutte. Per un Leone d'Oro, come dire, d'autore, c'è comunque un Gran Premio della Giuria più da spettatore: Animali notturni, di Tom Ford, sarà anche superpatinato, ma è ben recitato e ben girato. L'ex aequo per il Leone d'Argento, fra Konchalovsky e Escalante (Paradise e La regione selvaggia) lascia perplessi, come sempre avviene quando si mettono insieme film diametralmente opposti, mentre il Premio speciale della Giuria a Reietti, di Ane Lily Amirpour, dev'essere stato l'effetto di un colpo di sonno.

La Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile a Emma Stone (La La Land) strizza soprattutto l'occhio agli Oscar che verranno; perfetto invece il premio come miglior attore a Oscar Martinez (Il cittadino illustre). Altra strizzata d'occhio agli Oscar futuri, è quella che si è avuta dando allo sceneggiatore di Jackie, Noah Oppenheim, l'ambito riconoscimento.

Nell'insieme, il Festival messo su da Alberto Barbera conferma un percorso che cerca di coniugare intelligentemente arte e industria, per dirla banalmente, ben sapendo che un film da festival non significa un film vietato al pubblico, se non altro perché, in caso contrario, Chaplin e Orson Welles, John Ford e René Clair, Fellini e Bergman avrebbero fatto un altro mestiere... Su venti titoli in concorso, una buona metà avranno nelle sale cinematografiche successo e questa è un'ulteriore riprova delle bontà delle scelte fatte.

Resta per gli italiani la consapevolezza di una crisi generale della nostra cinematografia, pigra e ripetitiva, quasi incapace di uscire dalle strade più battute, oppure persa in un solipsismo fine a se stesso. Il fatto di non essere un Paese per vecchi, non autorizza a riempire lo schermo di giovani sfigati.

«Qui si abusa» avrebbe detto Totò (ma i suoi erano film da Festival? Ah, saperlo).

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