Cultura e Spettacoli

Addio ad Acquaviva, il sociologo che lasciò la sinistra in nome del sacro

Luca GallesiUna delle peggiori caratteristiche dell'intellettuale italiano è la cortigianeria: giornalisti, scrittori e soprattutto accademici, più che a difendere la verità, sono generalmente interessati a mantenere i propri privilegi, disposti anche a rinunciare immediatamente alle proprie idee qualora non fossero perfettamente allineate con quelle del potere. Ecco perché Sabino Acquaviva ci mancherà: la sua morte, avvenuta ieri, ci priva di una delle rare e vivaci intelligenze sempre disposte a mettersi in discussione senza pregiudizi o paraocchi.Nato a Padova nel '27, Acquaviva approfondì gli studi di sociologia della religione, pubblicando libri ripresi, aggiornati e ripubblicati più volte negli anni. Professore di sociologia alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova, ne è stato preside nel biennio 1977-78, esperienza che racconterà nel saggio Sinfonia in rosso (Rusconi); negli anni '80 ha diretto il dipartimento di Sociologia sempre a Padova e ha ricoperto per due anni la carica di responsabile della cultura in Rai. Raggiunse la notorietà con il saggio L'eclissi del sacro nella civiltà industriale (1961), tradotto in cinque lingue. Ruppe definitivamente con l'intellighenzia di sinistra nel '79, con la pubblicazione presso Rusconi de Il seme religioso della rivolta, saggio controcorrente in un'epoca in cui la religione e il sacro erano argomenti totalmente fuori moda, sostituiti dall'idolatria del proletariato da un lato e dall'incipiente rivoluzione consumista dall'altro.Come tutte le persone davvero creative, Acquaviva fu un intellettuale eclettico, autore anche di romanzi di successo come La ragazza del ghetto e brillante giornalista, collaboratore per quindici anni del Corriere della Sera, e prezioso consulente di Sergio Zavoli all'inchiesta televisiva La notte della repubblica. Nel suo ultimo libro, Le radici del futuro (Marsilio 2014), tratta i problemi principali dell'Occidente: la fine della democrazia rappresentativa, sostituita da una tecnocrazia burocratica, e l'inarrestabile calo delle nascite, tragedie vere, purtroppo spesso volutamente ignorate dall'opinione pubblica.

I suoi funerali si svolgeranno a Padova il pomeriggio del 2 gennaio, nella chiesa di Santa Sofia.

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