Cultura e Spettacoli

Altro che ricatto: questo è un bel film

di e con Nadine Labaki e con Zain Alrafeea

Dove sta andando la critica cinematografica italiana? La domanda non è così superficiale come potrebbe apparire. Il perché è presto detto e ben si adatta a questo Cafarnao, diretto e interpretato da Nadine Labaki. In pratica, ci si dovrebbe chiedere sulla base di cosa andrebbe giudicato un film. Quando, a commento di una pellicola, si leggono argomenti come «il ricatto dell'infanzia», «bambini usati come grimaldello emotivo», «troppo spesso mirato a ricercare la commozione meccanica», «con quale onestà Nadine Labaki ha deciso di metterla in scena?» «un film che ricatta fino alle lacrime», un povero spettatore cosa dovrebbe pensare? Un po' come Noi, l'ultima pellicola di Jordan Peele, osannata dalla stessa critica come horror politico. Dove ognuno ha dato la propria interpretazione di questo significato recondito «politico», talmente palese che non si trovano due spiegazioni che siano simili. Ognuno fa la propria disquisizione e pazienza se il film sia, ai più, incomprensibile. E allora, Cafarnao viene bacchettato non perché visivamente sia un brutto film, o mal recitato, ma per il fatto che ci siano come protagonisti dei bambini e, quindi, la lacrima diventa più facile. Con questa logica, «Marcellino pane e vino» e «Wonder» cosa dovrebbero essere? Delle pellicole eversive? Cosa avrà girato mai, allora, la Labaki, già ammirata in pellicole come Caramel, per meritarsi gli strali? Un film su un bambino che porta in tribunale i propri genitori «per averlo messo al mondo». Siamo a Beirut, dove Zain, il piccolo protagonista dodicenne, vive nella povertà più assoluta e dove le bambine vengono date in sposa ad adulti, rischiando di morire. Il ragazzino va via da una casa che detesta e si ritrova «adottato» da una immigrata illegale etiope, madre di un bimbetto. Quando viene arrestata, toccherà a Zain, occuparsi del piccolo, usando mille stratagemmi. L'uso della camera a mano, il montaggio, la bravura del giovane interprete Zain Alrafeea, sono valsi al film la candidatura nella cinquina degli Oscar.

Alla faccia del ricatto.

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