Cultura e Spettacoli

Applaudita «La gazza ladra» di Michieletto

da Pesaro

Il maestro Alberto Zedda ha avviato, con la curatela dell'edizione critica nel 1973, la doverosa rivalutazione de La gazza ladra (1817), capolavoro «semiserio», in cui Rossini compendia dramma e commedia, sul modello imprendibile del «giocoso» assoluto, il Don Giovanni di Mozart. Zedda nella duplice veste di direttore d'orchestra e di organizzatore musicale ha vivificato il lavoro filologico, dirigendo con eleganza e passione il capolavoro negletto e facendo inaugurare, trentasei anni or sono, il Rossini Opera Festival a Pesaro. La gazza ladra , è una monumentale tragedia con happy end incollato, che espone alla riflessione moderna il rapporto dell'uomo con l'ingiustizia: la pena di morte è comminata a una povera servetta, Ninetta, per il furto di una posata - soggetto tratto dal vero durante la feroce restaurazione post-napoleonica. Nel segno de La gazza ladra si è aperta la trentaseiesima edizione del ROF, ultima stagione in cui il maestro Zedda ricopre la responsabilità di direttore artistico.

In tutte le distribuzioni vocali, accanto ad elementi sicuri e ben affermati, nel caso di quest'edizione, per esempio il vigoroso Alex Esposito nella parte del padre di Ninetta, Fernando, ci sono elementi molto promettenti, provenienti dal tirocinio dell'Accademia rossiniana, come Marko Mimica, basso croato che ha sostenuto il ruolo imponente del viscido e lubrico magistrato Gottardocon appropriati tratti dongiovanneschi. E se la protagonista georgiana, Nino Machaidze, ha dizione oscura ma impegno espressivo, c'è molto altro di cui consolarsi: i personaggi di contorno, per esempio, sono tutti ben a fuoco: i genitori dell'amoroso Giannetto (lo squillante René Barbera), Simone Alberghini (Fabrizio) e Teresa Jervolino (Lucia), il tenero amico Pippo (Lena Belkina), il merciaiuolo Isacco (Matteo Macchioni), il carceriere Antonio (Alessandro Luciano). La regia di Damiano Michieletto, dopo otto anni, è rimasta felice nel seguire l'intreccio e nell'idea di affidare la gazza ladra a una mimo-artista (la bravissima Sandhya Nagaraja), novella Alice nel paese dei furti; assai meno soddisfacente per quanto riguarda la consueta insalata costumistica: podestà mefistofelico e sgherri all'Arancia meccanica, signore del coro in cappotti di pelle color melanzana, Giannetto candido ufficiale di marina, rivendugliolo trucido imbonitore.

Reso omaggio al saggio e un poco stanco governo del direttore d'orchestra, Donato Renzetti, ogni onore al maestro Zedda e ai suoi sodali pesaresi.

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