Cultura e Spettacoli

Arriva Gogglebox il programma che «guarda» chi guarda la Tv

Ferruccio Gattuso

Tutti insieme davanti al focolare. Cioè, la tv.

Da domani in seconda serata su Italia 1 va in onda la prima di sei puntate di Gogglebox, «fixed show» (così lo definiscono i tecnici) dove i protagonisti sono coloro che si accomodano in salotto davanti al piccolo schermo e da lì non si schiodano. Di chi si parla? Di famiglie e gruppi assortiti, amici, colleghi, gruppi di ascolto, umanità varia autoctona italica e non. Ci sono nonna e nipote, una coppia di preti, una famiglia di immigrati africani, insomma la platea più variegata davanti al piccolo schermo. A raccontarsi secondo reazioni, tic comportamentali e commenti. Quelli, poi, sono il sale del «programma che guarda chi guarda la tv»: ironici, benevoli e, qualche volta, cattivelli. Un paio di esempi? Le labbra di Valeria Marini al Gieffe Vip, o gli aggettivi che piovono sul candidato Usa Donald Trump da parte di una bella ragazza nera.

Nessun ritocco, nessuna acconciatura e soprattutto nessun conduttore, se non una voce fuori campo che è poi quella di Eleonora De Angelis, storica doppiatrice dell'attrice americana Jennifer Aniston, la Rachel del serial Friends: due telecamere entrano in dodici case italiane (scelte su tremila iniziali), non spostano un ninnolo che sia uno, e registrano. Nato nel Regno Unito (dove vanta su Channel 4 otto edizioni, anche una Vip, in soli tre anni), Gogglebox va in onda attualmente in trenta Paesi per dimostrare, come racconta la sua ideatrice Tania Alexander, «che la tv ha ancora il potere di far ridere e piangere».

«Sono 50 minuti a puntata tratte da centinaia di ore di girato spiega il direttore di Italia 1 Laura Casarotto L'originalità sta nel montaggio sapiente e nelle caratteristiche dei protagonisti: un viaggio nell'Italia di oggi, perlomeno quella che ama vedere la tv, ed è ancora tanta».

Le regole di realizzazione sono ferree: «Non è un reality pettinato spiega Simona Ercolani, ceo della casa di produzione Stand By Me La troupe si presenta nelle case, si sceglie una stanza per i monitor, monta le telecamere ed evita contatti con le persone».

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