Cultura e Spettacoli

Arriva il premio letterario che vale trenta volte lo Strega

Creato dall'editore DeA Planeta, andrà a romanzi inediti di autori esordienti o già noti

Arriva il premio letterario che vale trenta volte lo Strega

«In Italia non esisteva un premio letterario con queste caratteristiche. Così abbiamo deciso di portarlo anche qui, sull'esempio della tradizione spagnola» dice Daniel Cladera, direttore generale editoriale di DeA Planeta Libri. E, in effetti, un premio come il (neonato) DeA Planeta, nel nostro Paese non c'era. Le «caratteristiche» a cui Cladera si riferisce sono principalmente tre: la cifra che il vincitore si porta a casa - centocinquantamila euro - e il fatto che il libro, che deve essere inedito, oltre che in Italia sarà subito pubblicato anche in Spagna e in Sud America e tradotto in francese e in inglese, in modo da essere già pronto per il mercato internazionale.

L'esempio è, appunto, quello della Spagna: nel 1952, a Barcellona, il fondatore di Planeta José Manuel Lara lanciò il Premio Planeta, che da allora è diventato molto noto ed è stato assegnato, negli anni, ad autori come Mario Vargas Llosa (cioè un Nobel per la letteratura), Manuel Vázquez Montalbán, Alicia Giménez-Bartlett, Clara Sánchez, Dolores Redondo, Eduardo Mendoza... «Sono ammessi solo romanzi, ma di qualunque tipo: in Spagna hanno vinto romanzi storici, romantici, thriller, noir». Purché romanzi, appunto: sono esclusi racconti, poesie, saggi, opere teatrali e per ragazzi. «Forse più avanti faremo anche un premio per la saggistica e la poesia, ma per ora crediamo che la narrativa commerciale di qualità sia quella con le maggiori potenzialità di vendita» spiega Cladera.

Si capisce: un premio così succulento è concepito, nell'ottica della casa editrice, per vendere molto in libreria. Per capire quanto la cifra sia sproporzionata, rispetto alla media italiana, basta confrontarla con quella assegnata dagli altri riconoscimenti letterari nazionali. Per esempio, il vincitore del premio più famoso, lo Strega, riceve cinquemila euro: trenta volte di meno rispetto al DeA Planeta. E dire che in Spagna sono ancora più fortunati: come spiega Javier Sierra, che si è aggiudicato il Planeta nel 2017, lì si intascano «601mila euro». Al secondo classificato vanno 150mila euro. Tornando all'Italia, nel caso del Campiello - spiega il regolamento - i titoli nella cinquina selezionata dalla Giuria dei letterati portano a casa, ciascuno, cinquemila euro; al vincitore finale ne toccano diecimila. Il Premio letterario Neri Pozza (nato nel 2012), che è, come il DeA Planeta, istituito da una casa editrice, è un po' più alto: venticinquemila euro. In ogni caso, lontanissimo dai centocinquantamila a cui può aspirare chi, da ieri e fino al 28 febbraio 2019, parteciperà alla nuova competizione letteraria. Riservata soltanto ai romanzi, appunto, ma aperta a «esordienti e noti», con il solo limite che l'opera presentata sia inedita e lunga almeno 200 pagine.

Insomma il nuovo premio sembra una sfida al panorama esistente (e quasi stazionario). Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci e segretario del Comitato direttivo del Premio Strega, non è preoccupato: «Si tratta di due premi completamente diversi, che comportano valutazioni diverse e, per questo, non sono concorrenziali. Questo premio appartiene alla tradizione dei riconoscimenti delle case editrici, che sono imprese economiche che decidono di scommettere su un libro; i premi letterari spesso sono organizzati in modo diverso. Il Goncourt, che è il Goncourt, dà un euro. Lo Strega, che prima dava un milione, oggi dà cinquemila euro». Perché questa differenza enorme? «Il riconoscimento non è tanto nei soldi, quanto nel valore simbolico e di prestigio; il valore economico indotto è dato dalla fortuna in libreria che, di solito, i premi letterari portano al vincitore». Qualche autore già famoso, però, potrebbe decidere di partecipare al premio con un inedito... «Certo, però poi il suo romanzo potrà seguire il destino di tutti i libri pubblicati e partecipare ad altri premi, come lo Strega» dice Petrocchi.

Lo stesso Cladera conferma che il «montepremi forte» è pensato proprio per essere «attraente per tutti gli scrittori»: «Però, se poi il libro si vende bene, saranno tutti soldi che verranno recuperati attraverso i diritti. Abbiamo fatto i conti: è una sfida, ma si può giustificare se poi il romanzo va molto bene dal punto di vista commerciale». Le opere saranno valutate prima da un comitato di lettura, che selezionerà la cinquina finale; a quel punto subentrerà una giuria di cinque persone che, per la prima edizione, sono lo scrittore Massimo Carlotto, il presidente del gruppo De Agostini Marco Drago, Claudio Giunta (professore di letteratura italiana e saggista), Rosaria Renna (conduttrice radio e tv) e Manuela Stefanelli, direttrice della Libreria Hoepli di Milano. Il primo vincitore sarà proclamato il 15 aprile 2019 a Milano. Nell'attesa, in casa editrice attendono «una montagna di libri»: «La squadra è pronta, ci aspettiamo che tutta l'Italia voglia partecipare»..

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