Cultura e Spettacoli

"Da Battiato alle poesie: ecco le mie nuove sorprese"

Il cantautore pubblica "Biagio" con 48 classici e quattro brani inediti. "Talvolta sono stato sottovalutato ma per me conta solo il pubblico"

Biagio Antonacci è nato a Milano nel '63. Il suo primo successo è stato "Liberatemi" del '92
Biagio Antonacci è nato a Milano nel '63. Il suo primo successo è stato "Liberatemi" del '92

Se lui dice «sono in perenne mutamento», bisogna credergli: in quasi trent'anni di carriera Biagio Antonacci è diventato uno dei best seller del pop conservando la stessa cifra musicale ma aggiungendo anno dopo anno ingredienti nuovi. E si capisce da Biagio, i tre cd che escono domani e che raccolgono 48 classici della sua carriera oltre a quattro inediti, due sorprese e, nella versione deluxe, addirittura un libro delle sue poesie. Lo ha presentato ieri sera all'Alcatraz di Milano con un concerto (trasmesso da Rtl 102.5) che è stato un evento già dall'inizio, visto che lo ha introdotto un video di Laura Pausini in versione annunciatrice.A proposito, caro Antonacci, lei ha composto molti brani per la Pausini, non avete voglia di scrivere qualcosa insieme?«Mi piacerebbe anche che lei scrivesse per me. Finora non è mai accaduto, in futuro chissà».Stavolta per lei ha scritto Franco Battiato (con Juri Camiscasca).«E credo che Aria di cambiamento sia un capolavoro, uno dei brani più belli che io abbia mai cantato. Quando ho chiesto a Franco di pensare a una canzone per me, mi ha risposto: Non hai bisogno di me. Ho rilanciato: Invece sì, tu scrivi e io canto».Non è un atteggiamento comune per un cantautore.«Ho bisogno di collaborare, voglio conoscere le esperienze altrui».Intanto ha raccolto le proprie in un solo disco.«In Biagio ci sono tutti i miei sentimenti, dall'insicurezza all'amore. E la libertà perché io sono un uomo libero che scrive quando vuole».Anche con Pino Daniele.«Pino ed io ci sentivamo spesso. E qui c'è il brano One day (tutto prende un senso) che un giorno abbiamo scritto a tavola: io ho suonato la mia parte di chitarra, lui ha pensato a un testo e l'ha dettato di getto a Ferdinando Salzano che era a pranzo con noi».Qual è il segreto di Antonacci?«Non ho mai fatto nulla per diventare qualcosa oltre il cantante e l'artista. Qualche volta ho patito la sottovalutazione dell'establishment, ma poi mi sono accorto che il mio vero punto di riferimento è soprattutto il mio pubblico. Un artista è significativo se entra nelle famiglie più che negli articoli di stampa o in tv. Vero, altri artisti sono più considerati, ma spesso si scopre che io ho venduto più dischi di loro».In questi ultimi giorni sia Guccini che Zucchero hanno stroncato la musica che si sente in giro.«Quando pensi che le cose migliori siano state fatte nel tuo tempo, allora significa che stai parlando da vecchio».Lei da tempo scrive poesie ma solo ora si è deciso a farle conoscere insieme con le sue canzoni. Mai pensato di pubblicarle in un libro?«Non mi osavo. La poesia è come la pittura (lui dipinge anche e nel libro sono raffigurati alcuni suoi quadri - ndr), una specie di autoanalisi che ti consente di tirar fuori di getto le tue emozioni senza filtri. E quindi capirti meglio».Venerdì sera su Raiuno parlerà ai giovani del Festival di Sanremo.

«E dirò quello che facevo quando ero esordiente, lavoravo e sognavo, tenendo presente la lezione fondamentale: per avere successo bisogna (anche) prepararsi all'insuccesso».

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