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Beatles: cinquant'anni dalle parole di John Lennon su Gesù

"Noi ora siamo più popolari di Gesù. Non so cosa finirà prima, se il rock‘n’roll o il Cristianesimo" disse John Lennon nel 1966. Dichiarazioni che, arrivate negli States, scatenarono l'indignazione dei conservatori nei confronti dei Beatles

Beatles: cinquant'anni dalle parole di John Lennon su Gesù

Sono passati cinquant'anni, eppure rimane uno degli aneddoti più interessanti e curiosi della storia del rock'n'roll, ed in particolare dei Beatles.

È il 4 marzo del 1966. L'anno prima i Fab Four hanno pubblicato Rubber Soul - 3 dicembre 1965 – e di li a qualche mese è attesa l'uscita del settimo album in studio della band, Revolver – 5 agosto 1966. Proprio in quegli anni, i Beatles sono all'apice della loro carriera: tutti parlano del quartetto venuto dai sobborghi di Liverpool e del loro trascinante rock'n'roll, decisamente cresciuto rispetto agli albori del periodo di Amburgo.

Sull'onda di quel successo, i Beatles rilasciano interviste su interviste. Ed è proprio attraverso un'intervista che il gruppo di Lennon, McCartney, Harrison e Starr diventa un caso internazionale nel luglio del 1966. Ma, prima di continuare, è necessario un prologo: il 4 marzo del 1966, esattamente cinquant'anni fa, sul London Evening Standard – quotidiano locale londinese – viene pubblicata un'ampia intervista con i Fab Four. Tra le varie dichiarazioni, una è destinata ad entrare negli annali del rock'n'roll: “Il Cristianesimo svanirà. Noi ora siamo più popolari di Gesù. Non so cosa finirà prima, se il rock ‘n’ roll o il Cristianesimo. Gesù va benissimo, ma i suoi discepoli erano tonti ed ordinari. Sono loro ad averlo rovinato secondo me”.

A pronunciare queste parole è John Lennon, fondatore del gruppo insieme a McCarnety e Harrison. Una dichiarazione che nasce in Lennon da una domanda molto precisa del giornalista del London Evening Standard, Maureen Cleave: “Quali sono le tue idee sul Cristianesimo?”.

Su due piedi, si potrebbe pensare che il ciclone si abbatté sui Beatles immediatamente dopo la pubblicazione dell'intervista. Al contrario, nel Regno Unito le dichiarazioni di Lennon non ebbero molto seguito. E nonostante la potenza di quelle parole, non si sviluppò nessun incendio immediato.

Perché quel “Bigger than Jesus” diventi un caso internazionale e finisca sulla bocca di tutti, infatti, è necessario aspettare all'incirca cinque mesi. Nel luglio del 1966, un magazine per adolescenti degli Stati Uniti, Datebook, pubblicò per intero le interviste effettuate dal London Evening Standard ai Beatles. Una serie infinite di dichiarazioni tra le quali, ovviamente, spuntano quelle di John Lennon.

Le sue parole, diremmo oggi, diventarono immediatamente virali. I conservatori più duri e puri degli Stati Uniti attaccarono fortemente il gruppo, e in particolare John Lennon. Il quale, qualche tempo dopo, provò a spiegarsi, sostenendo che non era assolutamente sua intenzione paragonare i Fab Four a Gesù, ma semplicemente far notare come per molti giovani, in Inghilterra, i Beatles fossero un fenomeno di massa ben più radicato della figura di Cristo.

Nonostante tutto, Lennon non riuscì mai, agli occhi dei cattolici più oltranzisti, a lavare quella macchia. Per molti, il cofondatore dei Beatles, oltre che un urlatore, era anche un blasfemo. Per altri, invece, quell'uscita e quanto ne seguì non furono altro che la definitiva consacrazione di Lennon come mina vagante e cavallo pazzo del gruppo.

Quel che è certo è che nonostante siano passati ormai cinquant'anni, il caso di "Bigger than Jesus" è rimasto uno degli avvenimenti che vale la pena ricordare, ancora oggi, della favolosa leggenda dei Fab Four.

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