Cultura e Spettacoli

È boom degli audiolibri Dalla Rowling a Simenon i romanzi si ascoltano correndo e stirando

È boom degli audiolibri Dalla Rowling a Simenon i romanzi si ascoltano correndo e stirando

La recensione più memorabile? «Bellissimo, è come se George mi stesse leggendo Harry Potter». Dove George è George Clooney, ma solo perché il lettore è l'italianissimo Francesco Pannofino che lo doppia nei film. L'autrice della recensione è infatti una ascoltatrice 50enne che si scioglie per un prodotto che in Italia sta avendo il suo boom: l'audiolibro. Nello specifico qui si parla dell'audiolibro di Harry Potter prodotto da Audible (la società di Amazon dedicata all'intrattenimento audio), comprando direttamente dalla Pottermore di J. K. Rowlings i diritti mondiali. I libri da ascoltare esistono da trent'anni, ma le vendite fino a due anni fa erano troppo risibili perché qualcuno potesse prenderle in considerazione come un business. Oggi invece il fatturato Audible - per dire un nome che ha in catalogo oltre 5mila titoli in italiano - raddoppia dal 2016 anno su anno e così il numero di abbonati; si ascoltano in media 27 minuti al giorno in audiolibri e l'ascolto medio italiano è di 18.1 titoli all'anno mentre la media mondiale è 17.3: alla faccia dei dati sulla lettura tradizionale. Che cosa è accaduto? Come mai oggi si potrebbe addirittura pensare che quei millennial in metropolitana o quei single avanti alla tavola da stiro con le cuffiette appiccicate alle orecchie non stiano ascoltando Lady Gaga, ma Il lamento di Portnoy di Philip Roth?

Il mercato degli audiolibri non è solo una trasposizione in cuffia del mercato editoriale classico. Il fenomeno ha più a che fare con Netflix e Spotify, o almeno con il loro modello di consumo, che con i romanzi di letteratura alta o di genere: il merito del boom è della formula smartphone più banda larga più modello abbonamento in streaming, entrata nei consumi tipici delle persone. Ci si connette alle piattaforme Audible, ma anche Storytel, la svedese sbarcata in Italia a giugno, o Emons e si scaricano Daniel Pennac letto da Claudio Bisio, i bestseller di Gianrico Carofiglio che si fa un punto d'onore di leggere sempre se stesso come un attore consumato o Lettera al mio giudice di Simenon letto da Massimo Popolizio.

Ma se la tecnologia ha cambiato il consumo e i consumatori di storie, anche l'avvento nel 2016 di un big come Audible ha fatto la sua fondamentale parte: «I nuovi portali hanno fatto investimenti in pubblicità e marketing fino a quel momento impensabili per noi che siamo attori di questo mercato da undici anni» ci spiega Sergio Polimene, direttore editoriale di Emons. «Hanno lanciato gli abbonamenti all you can listen e il mercato è esploso». Questo ha convinto anche gli editori. Tolta Gems che con Salani fa audiolibri da anni, Mondadori ha stretto accordi con Audible e Giunti con Storytel e la produzione in studios parte in sinergia: dopo una disamina del testo, si discute a lungo sulla scelta del lettore, giovane o anziano, uomo o donna, in un vero e proprio casting, in base al profumo che si vuole dare all'audio. Poi si passa in sala di registrazione, dove un regista-editor segue il lettore in ogni fase perché non tradisca la narrazione rendendosi protagonista al posto del testo, e infine alla postproduzione, che equivale al montaggio cinematografico.

Questa filiera ha prodotto almeno cinque nuovi mestieri, come racconta Marco Azzani, country manager Audible Italia: «Sono nati, e stiamo cercando, editor di audiolibri, autori e adattatori audio, produttori e registi i più difficili da trovare, attori e attrici e ingegneri del suono». L'audiolibro richiede una produzione superfprofessionale perché tocca corde sensoriali profonde, visto anche il momento del consumo: «Le quattro occasioni di ascolto più frequenti», spiega ancora Azzani, «sono in assoluto il commuting, cioè i viaggi brevi per andare e tornare dal lavoro o dallo studio; lo sport, e in questo i runner battono tutti; i momenti di relax, in cui l'audiolibro comincia a competere con i social e le app e infine le pulizie domestiche o i lavoretti del weekend». Insomma, nessuno ascolta un audiolibro la sera a letto prima di dormire.

Che cosa funziona di più? I generi, dal thriller al noir al fantasy, ma anche i grandi classici, come la Divina Commedia in cofanetto, da novembre, nella lettura di Sermonti, che sempre per Emons leggera, nel 2019, le Metamorfosi di Ovidio. Ai primi posti di ascolto si piazzano anche Faletti, Allende, Ferrante, Montalbano, ovviamente Harry Potter, il più ascoltato di sempre, e i capolavori Disney, prodotti e distribuiti da Storytel. Sul fatto che siamo solo all'inizio concordano tutti gli attori di mercato, visto che l'audiolibro ha permesso di comprendere che l'audio è ottima alternativa al video per la diffusione di contenuti originali, fiction e non-fiction. E hanno fatto la loro comparsa anche i podcast seriali da massimo mezz'ora, simili ai vecchi radiodrammi, la cui produzione sta aumentando a livello esponenziale e con libro non c'entra niente: «In Svezia il 30% delle persone che non legge libri ascolta audiolibri», chiosa Marco Ferrario, country manager di Storytel. «Ma credo che alla lunga i podcast saranno propedeutici all'ascolto di prodotti più complessi, quindi alla scoperta degli audiolibri da 10-13 ore».

E poi forse un giorno chissà, persino alla scoperta della lettura.

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