Cultura e Spettacoli

Brividi e sorrisi, Hopkins-Hitchcock convince tutti

La nostalgia gioca brutti scherzi: è un rimpianto consolatorio, una bambagia sentimentale. Tutto vero. E si corre il rischio di adagiarsi sui bei tempi andati. A meno che quel passato, fatto di musica o di sport, non abbia da dire qualcosa al presente. Lunedì sera è stata, casualmente, una specie di celebrazione degli anni '60/'70. Ci si sono messe Raitre e Italia Uno ad accendere i ricordi di quelle stagioni. La terza rete Rai ha trasmesso l'ultima puntata di Sfide dedicata a Felice Gimondi, intitolata «La promessa mantenuta». Il canale «giovane» di Mediaset ha mandato in onda un estratto del documentario (purtroppo espungendo la mitica Starway to Heaven) di A Celebration Day, a cinque anni esatti dal concerto-tributo dei Led Zeppelin al fondatore dell'Atlantic Records tenuto all'arena 02 di Londra. Fu l'unica reunion dal vivo della band formata da Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones e John Bonham alla cui morte, nel 1980, si sciolse definitivamente. In quel concerto il suo posto fu preso dal figlio Jason, anche lui batterista come ce ne sono pochi. Si era nel 2007, ma nella bomba sonora ordita da chitarra basso e batteria deflagrava il rock sulfureo e dirompente di trent'anni addietro. Robert Plant cantava con una tonalità più bassa. Jimmy Page era ancora in ottima forma. Fresco settantenne, Gimondi aveva appena finito di raccontare come per riuscire a battere Eddy Merckx avesse dovuto accettare che era più forte di lui.

Dirompenza e accettazione.
Twitter@MCaverzan

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