Cultura e Spettacoli

"Canto, recito, conduco sono pure mamma. Mi manca fare Sanremo"

L'attrice e cantante Serena Rossi da fine marzo presenta "Da qui a un anno" su come cambiare vita

"Canto, recito, conduco sono pure mamma. Mi manca fare Sanremo"

Dal doppiaggio di Frozen al cinema coi Manetti Bros, passando per la prima serata di Raiuno. Per Serena Rossi è un momento d'oro. Dopo aver duettato a Sanremo con Renzo Rubino, ora è al timone di Cinepop, programma quotidiano di infotainment, che racconta il mondo del cinema, in onda su Sky Cinema Uno HD. E dal 30 marzo (ogni venerdì alle 21.10 e dal 2 aprile, dal lunedì al venerdì, in daytime alle 20.40) condurrà su Real Time Da qui a un anno, adattamento italiano del format internazionale This Time Next Year. Il programma riassume 365 giorni e in 5 secondi si vede il cambiamento della persona nell'arco di un solo anno. C'è chi vuole dimagrire, chi tornare a camminare, chi diventare genitore. «Mi è stato chiesto di tenere uno stile britannico. Che fatica, per una napoletana come me...».

E come ha fatto?

«Volevo che i protagonisti raccontassero la loro storia in prima persona. Quindi nella prima parte dello show sono stata con un passo indietro, cercando di pormi in modo più impersonale, magari esprimendomi con uno sguardo, senza esagerare. Per evitare di sguazzare nella tv del dolore o sulla lacrima facile».

L'effetto sorpresa che vedremo su di lei è vero?

«Ho intervistato queste persone un anno fa. Poi per dodici mesi non ho saputo più niente di loro. Gli autori mi hanno tenuto all'oscuro di tutto, perché volevano una reazione autentica da parte mia».

Quale storia l'ha toccata di più?

«Quelle legate alla maternità, per ovvi motivi, visto che sono madre anch'io (di Diego, due anni, avuto dal compagno Davide Devenuto, attore di un Posto al Sole). E poi tutte le storie che raccontano la fatica nel raggiungere un obiettivo».

Anche lei ne ha fatta, di fatica. E dei suoi risultati, cosa pensa?

«Mi limito a scegliere ciò che mi emoziona, che sia cantare, condurre, recitare e penso che il pubblico apprezzi l'autenticità di chi si esprime senza troppi filtri e con entusiasmo. Quando vado su un set e sento tecnici o colleghi che si lamentano del mestiere o di altri colleghi, mi chiedo perché certa gente fa così?. Facciamo il lavoro che sognavamo, perché mai dovremmo anche comportarci da antipatici?»

Ha anche condotto temporaneamente "Detto Fatto" per circa un mese.

«All'inizio ero un po' tesa, saltare su un treno in corsa non è sempre facile. Poi è un programma di Caterina Balivo, pensavo "la gente non accetterà questo cambiamento temporaneo". Invece ho letto critiche positive. Ma non credo lo rifarei. È stato bello, ma era giusto solo per quel momento della mia vita».

La davano in forse anche per condurre l'ultimo Sanremo, che ne pensa?

«Non ho mai saputo niente, era più un desiderio del pubblico o di qualche giornalista. Più si parla di un nome e meno è possibile, perché certe scelte giocano anche sull'effetto sorpresa. Ma non nego che condurre il Festival sia il mio sogno. Ne fanno uno tutti gli anni, chissà...»

A proposito di prima serata. Che ne pensa della sua esperienza a Celebration? Come ascolti non è andata benissimo.

«Sapevamo dall'inizio che sarebbe stato impossibile battere, dal punto di vista numerico, una corazzata come Tu si que vales. Ma era un programma di spessore, seguito da molti addetti ai lavori. Ho ricevuto critiche positive da artisti come Giuliano Sangiorgi, dallo stesso Renzo Rubino, che poi, avendomi ascoltata lì, mi ha scelto per duettare con lui a Sanremo. Sugli ascolti c'è stata una piccola delusione iniziale, ma lo rifarei domani. Ho potuto cantare in tv, con un'orchestra dal vivo. È sempre più raro poterlo fare».

Lei ha recitato anche in film dei Manetti Bross. Pensa mai ai suoi esordi in Un posto al sole?

«Li ricordo sempre volentieri. Quando mi hanno scelta, da giovane attrice napoletana, era per coprire otto giorni di lavoro e sono diventati sei anni. Ogni tanto mi manca, è stato doloroso, ma sapevo che da un punto di vista professionale era giusto per me provare a fare altro».

Curiosità. La maternità come l'ha cambiata?

«Da quando c'è Diego mi arrabbio di meno, inconsciamente sento il bisogno di mantenere un equilibrio. Seleziono ciò che mi scatena reazioni.

E do il giusto peso a tutto».

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