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Di Caprio: "Non sono gli Oscar a motivarmi"

L'attore: "È bello essere apprezzato dai colleghi, ma non sono gli Oscar a motivarmi"

Di Caprio: "Non sono gli Oscar a motivarmi"

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Di Caprio: "Non sono gli Oscar a motivarmi"

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Neanche 12 nomination agli Academy Awards per l'epico Revenant - Redivivo di Alejandro G. Inarritu, storia del cacciatore ed esploratore Huigh Glass in sala da oggi in 500 copie con 20th Century Fox e l'essere considerato grande favorito per quella statuetta, che nelle cinque precedenti candidature gli è sfuggita, fanno perdere la flemma a Leonardo Di Caprio. "Ci ha entusiasmato la grande attenzione data al film dall'Academy - ha detto l'attore, fresco di vittoria al golden Globe, elegante in pantaloni e camicia grigia, con giacca nera, che dopo l'anteprima e il bagno di folla di ieri a Roma, oggi ha incontrato con il regista i giornalisti -. È bello essere apprezzato dai colleghi, ma non sono gli Oscar a motivarmi. Quando sei su un set non pensi a vincerne uno ma speri di fare un'opera d'arte che resti nel tempo".

Nel film di Inarritu, già premio Oscar nel 2015 per Birdman, l'attore si cala nei panni di Hugh Glass, leggendario cacciatore ed esploratore,realmente esistito nell'America della Grande Frontiera, che nel 1823, durante una spedizione tra Missouri e South Dakota, venne ferocemente attaccato da un orso Grizzly (sequenza resa da una sequenza d'incredibile realismo), e creduto morto fu abbandonato dai compagni. L'uomo gravemente ferito, riuscì a sopravvivere ed attraversare da solo 300 km,resistendo ai ghiacci invernali e gli attacchi degli indiani Arikara in difesa del loro territorio. L'attore ha girato per otto mesi tra Canada e Argentina, fino al Polo Sud, ed ha voluto rinunciare alla controfigura, tra tuffi nell'acqua gelata, scene in cui mangia realmente pesce e fegato crudi e si arrampica sulle montagne con addosso pesanti pelli d'orso. "Inarritu e il direttore della fotografia Emmanuel 'Chivò Lubezki volevano creare un'esperienza il più possibile interattiva con il pubblico, far percepire quello che a livello viscerale vivono i personaggi, non ho visto altri film in grado di sviluppare un legame così profondo tra incredibile epicità dei paesaggi e sentimenti intimi dei protagonisti", spiega Di Caprio.

Per tenere viva l'attenzione del pubblico, poi "da parte mia - dice - c'è una recitazione molto fisica, visto che sapevo dall'inizio che sarebbe stata una performance in gran parte muta (Glass ha ferite alla gola che per parte della storia gli impediscono di parlare,ndr )". L'attore, classe 1974, da anni impegnato nella battaglia ambientalista, considera "l'epopea di Glass molto simbolica, se la sono raccontata intorno al fuoco tante generazioni di uomini di frontiera. Racchiude la capacità dell'uomo di sopravvivere alla natura e di conquistarla, ma mostra anche come continuiamo a non saper imparare dalla storia. Noi raccontiamo la prima ondata verso ovest, poi c'è stata la corsa all'oro e al petrolio. L'uomo per avidità ha continuato a violare i diritti delle popolazioni indigene, a danneggiare paesaggi e persone, sfruttandone le risorse". Durante il film "ho anche toccato con mano le conseguenze del cambiamento climatico. Passavamo nell'arco di poco tempo da ambienti aridi ad altri innevati, faceva molta paura vedere come anche il cambiamento di un solo grado potesse avere conseguenze devastanti, e il 2015 è stato l'anno più caldo della storia. Capisci in prima persona la potenza e la fragilità della natura". Temi che DiCaprio affronta anche in un nuovo documentario, ancora senza titolo, che uscirà quest'anno "realizzato insieme al regista di The Cove (Louie Psihoyos). Raccontiamo il cambiamento climatico viaggiando tra Paesi come India, Groenlandia, e la Francia per la conferenza Cop21, dove gli esseri umani si sono messi finalmente insieme per un'azione proattiva a favore dell'ambiente". Si parla dell'attore anche per nuovi progetti, in fase di sviluppo con Scorsese e Eastwood, e per Blood on snow, tratto dal romanzo di Jo Nesbo, ma l'attore glissa: "Per ora non ho altri film... ci sono idee che girano ma niente di deciso. Revenant è stato un capitolo molto impegnativo e ora credo sia io che Alejandro ci sentiamo un po' persi".

"Faremo Revenant 3, salteremo il 2", scherza concludendo il regista.

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