Cultura e Spettacoli

C.E. Morgan, una dinastia (americana) per un cavallo

C.E. Morgan, una dinastia (americana) per un cavallo

Nel 1955 William Faulkner per la rivista Sport Illustrated scrisse un articolo sul «Kentucky Derby», la storica competizione che si svolge dal 1885 a Louisville, Illinois, destinata a purosangue inglesi di soli tre anni. Stupì che ciò che scrisse era lontanissimo dal giornalismo sportivo: era più un racconto poetico dell'ippica non come sport di corse e scommesse, una metafora dei cavalli al galoppo come proiezione dell'uomo nel «desiderio di supremazia fisica e di vittoria».

Con lo stesso approccio si legge Lo sport dei Re, romanzo finalista al Premio Pulitzer 2017 della scrittrice americana C.E. Morgan, nata nel 1976 in Kentucky (Einaudi, pagg. 572, euro 24; trad. Giovanna Scocchera).

È la storia di una famiglia ricchissima del Kentucky, quella dei Forge, raccontata dalla fine della Guerra civile americana (1865) alla metà degli anni 2000. Un romanzo che vede tra i protagonisti Henry Forge e la figlia Henrietta: al centro del narrare la ricerca ossessiva di un incrocio equino che produca un cavallo perfetto. Ma non è un romanzo sull'equitazione. È sul mondo che circonda i protagonisti: ognuno schiavo del proprio ruolo.

Epico e corale è ambientato nel Southern West dove ancora resiste un universo che risente della supremazia bianca: solo che il razzismo da schiavitù è diventato intolleranza. Parallela alla famiglia dei Forge, si racconta anche di Allmon Shaughnessy, figlio di una madre nera e di un padre assente: un ragazzo cresciuto tra i quartieri ghetto dell'Ohio, che ha partecipato agli scontri razziali contro la polizia a Cincinnati del 2011 dove ci furono undici vittime tra i manifestanti neri per i diritti civili, che è stato prima in riformatorio e poi in carcere, e destinato a fidanzarsi proprio con Henrietta.

Tra omicidi, incesti, linciaggi - ma la violenza non è mai gratuita - l'autrice ci racconta la conquista dei diritti degli uomini in un finale che lascia una grande amarezza nel cuore, ma anche un vento di libertà in un'America che non riesce ancora a fare i conti con i fantasmi del suo passato.

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